Le motivazioni dell'assoluzione hanno smontato l'ipotesi che l'arma del delitto fosse la porta
Era inconsistente l’impianto accusatorio contro i componenti della famiglia Mottola, processati e assolti per l’accusa di omicidio volontario di Serena Mollicone, la ragazza di 18 anni scomparsa nel giugno 2001 ad Arce in provincia di Frosinone e trovata morta due giorni dopo in un bosco. Lo scrivono i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma nelle 59 pagine di motivazioni con cui hanno assolto Franco Mottola, l’ex comandante della locale stazione dei Carabinieri, la moglie Annamaria e il figlio Marco. Il procuratore Generale del secondo grado di giudizio aveva chiesto 24 anni per l’ex sottoufficiale e 22 per gli altri due familiari. Inoltre nelle motivazioni viene smontata completamente l’ipotesi secondo cui una delle porte dell’alloggio di servizio sarebbe stata l’arma del delitto: secondo l’accusa la giovane sarebbe stata spinta contro la porta riportando la lesione alla testa che si è rivelata mortale.
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