Denunce di malattie in crescita del 19,8%

“Dall’analisi dell’andamento infortunistico e tecnopatico, a cui la nuova Relazione annuale” Inail “dedica un focus di approfondimento specifico, emerge che nel 2023 le denunce di infortunio hanno registrato una diminuzione sia dei casi in complesso sia di quelli mortali rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio, gli infortuni denunciati sono stati oltre 590mila (-16,1% rispetto ai circa 704mila del 2022), di cui 1.147 con esito mortale (-9,5% rispetto ai 1.268 del 2022). Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono provvisoriamente 375.578 (pari al 64% delle denunce), di cui il 18,1% avvenuti “fuori dall’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) ‘fuori dall’azienda’”. A riferirlo è il presidente Inail Fabrizio D’Ascenzo, alla relazione annuale 2023, ha illustrato i dati sull’andamento infortunistico e tecnopatico, tracciando il bilancio delle numerose iniziative realizzate dall’Istituto sui fronti della ricerca, della prevenzione, della riabilitazione e degli investimenti e indicando gli indirizzi strategici per affrontare le sfide legate a un contesto in continua e rapida trasformazione. 

Inail: 72mila denunce malattie in 2023, in crescita del 19,8%

Alla presenza dei consiglieri di amministrazione Danilo Battista, Nunzia Catalfo, Caterina Grillone e Maurizio Millico, del direttore generale Marcello Fiori e del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza, Guglielmo Loy, D’Ascenzo ha sottolineato che “la Relazione annuale rappresenta un’occasione importante per inquadrare le attività svolte in una prospettiva strategica, che mira a contrastare l’angosciante fenomeno degli incidenti sul lavoro. Solo valorizzando un processo virtuoso basato sull’attivazione corale delle leve che riducono il rischio infortunistico da parte degli attori del welfare – istituzioni, parti sociali, pubbliche amministrazioni, associazionismo, soggetti del sistema prevenzionale – si sarà in grado di rilevare nel tempo trend decrescenti del fenomeno”. “Le denunce di malattie professionali sono state oltre 72mila, in aumento del 19,8% rispetto al 2022. Questo incremento era comunque atteso dopo la forte flessione che, a causa della pandemia da Covid-19, ha caratterizzato sia il 2020 (quando sono pervenute circa 45mila denunce) sia, in minor misura, il 2021 (poco più di 55mila casi). Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 49mila. Per un singolo lavoratore afflitto da diverse patologie, infatti, possono essere protocollate più denunce”, ha spiegato D’Ascenzo. 

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