La fotografia Inail al 30 aprile 2023: 590mila denunce di infortunio, in calo del 16,1% rispetto alle circa 704mila del 2022 (

Calano gli infortuni sul lavoro in Italia, anche quelli mortali, mentre aumentano le denunce per malattie professionali. Nella relazione Inail 2023 il presidente Fabrizio D’Ascenzo alla Camera ha illustrato la situazione cifre alla mano. “La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un diritto di ogni lavoratore. Garantire questo diritto è una priorità permanente, che deve vedere tutti in prima fila”, è stato il messaggio-monito di Giorgia Meloni inviato in occasione della presentazione Inail.

La fotografia Inail scattata al 30 aprile 2024 indica per l’anno 2023 oltre 590mila denunce di infortunio, in calo del 16,1% rispetto alle circa 704mila del 2022 (113mila casi in meno) e dell’8,4% rispetto alle quasi 645mila del 2019. Gli infortuni con esito mortale denunciati sono 1.147, 121 in meno (-9,5%) rispetto ai 1.268 del 2022 e 95 in meno (-7,6%) rispetto ai 1.242 di cinque anni prima. In calo sì, ma sempre oltre 3 al giorno in media, un numero che, al di là delle statistiche, dice quanto ancora c’è da fare. A influenzare la flessione degli infortuni nel 2023 è stata la pandemia, ancora molto presente nel 2022 in termini di contagi professionali denunciati. La riduzione reale, al netto dell’effetto Covid, si attesta infatti al -0,6%. Rispetto al 2019, anno che ha preceduto la pandemia, la riduzione, sempre al netto dei contagi, è di circa il 9%. Per i casi mortali, a differenza del biennio 2020-2021, l’emergenza sanitaria non ha avuto invece l’impatto rilevante osservato per le denunce in complesso.

L’analisi per modalità di accadimento degli infortuni indica un aumento, rispetto al 2022, solo dei casi in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, che sono passati da 95.078 a 98.716 (+3,8%). Sostenuta invece, a causa della pandemia, la riduzione degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro, scesi da 608.505 a 491.499 (-19,2%). Il 19,5% degli infortuni denunciati nel 2023 si sono verificati ‘fuori dall’azienda’(cioè ‘in occasione di lavoro con mezzo di trasporto‘ o ‘in itinere’), percentuale in linea col 2019 e superiore al valore medio del biennio 2020-2021 (circa il 16%) quando, nelle fasi più critiche dell’emergenza, i blocchi alla circolazione stradale e il massiccio ricorso al lavoro agile li hanno fatti contrarre sensibilmente. Per i casi mortali si registra, rispetto al 2022, un calo sia delle denunce in itinere, passate da 341 a 265 (-76 casi), sia di quelle in occasione di lavoro, da 927 a 882 casi (-45). Il 40,5% dei decessi denunciati nel 2023 si sono verificati ‘fuori dall’azienda’. Meno infortuni, ma più denunce di malattie professionali: sono state oltre 72mila, in aumento del 19,8% rispetto al 2022.

Un incremento comunque atteso dopo la forte flessione che, a causa della pandemia da Covid-19, ha caratterizzato sia il 2020 (quando sono pervenute circa 45mila denunce) sia, in minor misura, il 2021 (poco più di 55mila casi). Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 49mila. Per un singolo lavoratore afflitto da diverse patologie, infatti, possono essere protocollate più denunce Il 79,2% degli infortuni del 2023 si concentra nella gestione assicurativa industria e servizi, il 4,5% in agricoltura e il 16,3% nel conto Stato. Anche per i casi mortali il maggior numero di denunce si concentra nell’industria e servizi (85,3%), seguita dall’agricoltura (11,6%) e dal conto Stato (3,1%). In ottica di genere, per l’insieme delle gestioni assicurative e inclusi gli infortuni in itinere, oltre un terzo degli infortuni in complesso e un decesso su 12 riguardano le donne.Dal punto di vista della distribuzione territoriale, il 61% degli infortuni si concentra al Nord, il 20% al Centro e il 19% nel Meridione. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata