“L’incremento dell’obesità è l’ultima delle situazioni che comporta il consumo di alimenti ultra-processati, che va a sommarsi con gli aspetti assolutamente negativi in termini di ricadute sulla salute”. A commentare a LaPresse il boom di alimenti ultra-processati, che hanno determinato un incremento dell’obesità in Italia pari al +36% negli ultimi 20 anni, è Carmine Orlandi, medico nutrizionista. “Che gli alimenti ultra processati siano responsabili di un incremento del numero dei tumori dell’intestino era ampiamente risaputo – ha detto -. Questi cibi ultra-processati, in base alla lavorazione che hanno subito, hanno avuto una modificazione dell’apporto calorico. Sono stati privati di alcuni aspetti fondamentali e protettivi per la salute, e hanno aggiunto tutta un’altra serie di sostanze come zuccheri, additivi, conservanti, c’è moltissima chimica ovviamente. O altre sostanze, impiegate per renderli particolarmente più sapidi, quindi sicuramente sale, aromatizzanti che chiaramente vanno a modificare quello che è l’aspetto nutrizionale”.
Orlandi spiega dunque come “sono stati tolti nutrienti fondamentali per la salute, e sono state aggiunte calorie sotto tanti aspetti. Quindi vengono a mancare quelle che sono le proprietà protettive del cibo e sono stati esaltati invece quelli che sono gli aspetti energetici di cui non avevamo assolutamente bisogno”. Questo vero e proprio stravolgimento del cibo è avvenuto nel corso degli anni per un motivo ben preciso: “Tutto questo nasce da esigenze dell’industria – spiega Orlandi -. L’industria ha delle esigenze fondamentali. Deve vendere. E in questo senso va a cozzare terribilmente con quelle che sono invece le esigenze salutistiche della popolazione”.
Tra gli effetti negativi di un’assunzione costante di cibi ultra-processati “c’è il loro potere pro-infiammatorio”. “La presenza di nutrienti trattati, in modo da renderli più più saporiti – prosegue il nutrizionista Carmine Orlandi -, va a discapito di quello che è la struttura fondamentale di quel grasso che non avrebbe dato problemi e che invece è un attivatore di tutta una serie di condizioni infiammatorie costanti”. Infine, un “ultimo aspetto di cui si sta parlando tanto in questo momento è la modifica del microbiota intestinale, e cioè che questi alimenti sono in grado di apportare delle sostanziali e profonde modifiche nella composizione batterica dell’intestino che sappiamo essere uno dei punti fermi per il mantenimento di un buono stato di salute”.