Sono oltre 200 e chiedono trattative per la loro stabilizzazione

Lavorano in programmi come Report, Porta a Porta, Presa Diretta, Unomattina, Agorà, La vita in diretta, Chi l’ha visto?, veri e propri pilastri dei palinsesti Rai, svolgono attività giornalistica ma non hanno alcuna tutela.

Hanno la partita iva oppure sono inquadrati con contratti da programmista. Sono gli atipici della Rai, oltre 200, chiedono la riapertura delle trattative per la loro stabilizzazione.
In tanti hanno partecipato questa mattina al presidio organizzato da Unirai sotto la sede di Viale Mazzini.

“Abbiamo voluto mettere questo tema all’attenzione di tutti – ha spiegato il segretario di Unirai Francesco Palese. Oggi comincia un nuovo percorso, una nuova battaglia, che deve essere inclusiva e trasversale. Occorre andare oltre le sigle, le simpatie e le appartenenze, perché questa è la battaglia di tutti. In Rai non possono esistere zone grigie. Non possono esistere giornalisti di serie A e di serie B.”

Nel corso del presidio una delegazione di Unirai formata dal segretario, dal vicesegretario Stefano Fumagalli, dai membri del direttivo Sergio De Nicola e Gian Vito Cafaro, da Carlo Parisi e Pierluigi Franz della Figec Cisal, è stata ricevuta dai responsabili del personale e delle relazioni sindacali. “Abbiamo rappresentato una situazione che va affrontata con estrema urgenza – ha spiegato Palese.- Abbiamo chiesto un confronto con i sindacati non più rinviabile. I colleghi aspettano da troppi anni quelle risposte che non sono fin qui arrivate.”

Solidale con i manifestanti il consigliere di amministrazione eletto dai dipendenti Davide Di Pietro. Sensibilizzerò l’amministratore delegato – afferma in un messaggio inviato agli organizzatori della manifestazione – affinché l’azienda affronti il prima possibile il tema e convochi i sindacati per aprire una discussione in merito. Da parte mia c’è massima attenzione perché io stesso sono stato precario per molti anni e conosco bene cosa significhi vivere una condizione lavorativa senza le giuste tutele”. Devo dire però, – aggiunge Di Pietro – per esperienza, che per quanto riguarda quadri impiegati e operai, a suo tempo la problematica fu affrontata, regolamentata e risolta radicalmente. Spero che si possa fare altrettanto con il personale giornalistico, anche perché credo che sarebbe opportuno che dopo la fase 2 non ce ne fossero altre”.

Frangi (Cda): “Dare soluzione a colleghi senza giusto contratto”

“Ci sono tanti colleghi giornalisti che in Rai lavorano senza il giusto inquadramento contrattuale. Dopo la Fase 1, che nel 2020 portò alla stabilizzazione di circa 250 persone, in tanti – a suo tempo esclusi per questioni di perimetro e anche per poche settimane – attendono ora un nuovo corso alla loro situazione. I tempi sono maturi per discutere la loro una soluzione e fare in modo che ottengano lo stesso contratto previsto per tutti i giornalisti Rai”. Lo ha affermato la componente del Consiglio di Amministrazione della Rai, Federica Frangi, dopo la manifestazione promossa dal sindacato Unirai sotto la sede di Viale Mazzini per chiedere la riapertura delle trattative per la stabilizzazione dei precari.
“Una situazione che conosco bene”, ha proseguito Federica Frangi, “perché sono stata per anni nella loro stessa situazione, così come ho seguito tanti colleghi durante la mia esperienza sindacale. Sono colleghi autonomi a partita Iva e interni, tra programmisti multimediali e assistenti di redazione. Parlo a titolo personale, ma dentro l’attuale CDA ho riscontrato molta attenzione e sensibilità su questo tema. E’ fondamentale ascoltare tutti ed essere sempre dalla parte dei lavoratori più fragili. Per questo sono scesa questa mattina al presidio, così come sarò presente anche il 12 novembre all’iniziativa promossa dal coordinamento dei giornalisti senza giusto contratto, con cui c’è stato sempre un confronto onesto e costruttivo”.

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