Individuata una rete a partire dal caso di un minore accusato di aver compiuto violente aggressioni a Milano

Svastiche e foto con repliche di armi in cht, insulti e aggressioni razziste. La Polizia di Stato di Milano ha dato esecuzione a una serie di perquisizioni nell’ambito di un’indagine contro l’incitamento alla violenza per motivi razziali. L’attività di indagine svolta dalla Digos di Milano trae origine dall’esecuzione di una misura cautelare eseguita a carico di un minore di origini ucraine, arrestato per aver compiuto diverse aggressioni in metropolitana a sfondo razzista. Il minore, che secondo gli inquirenti segue una ideologia nazifascista, prima delle aggressioni mostrava la svastica tatuata sul petto gridando “i fascisti sono tornati”.

A partire da quegli episodi, gli agenti hanno ricostruito una rete in ambito nazionale, composta prevalentemente da soggetti minorenni, che tramite chat di messaggistica istantanea si scrivevano per incitare alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Le persone sottoposte a perquisizione, 10 minorenni e due maggiorenni, tutte indagate per il reato di cui all’art. 604 bis c.p. (Propaganda e Istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa), sono risultate residenti in diverse città d’Italia tra le quali Torino, Roma, Firenze, Venezia, Novara, Ravenna, Biella . Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria sono state sequestrate diverse repliche di armi lunghe e pistole anche prive del tappo rosso, manganelli telescopici, mazze, tirapugni, coltelli, un machete, diverse bandiere e simboli riferibili al nazi-fascismo e al suprematismo nonché materiale cartaceo, cellulari e personal computer. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata