Il movente sarebbero i dissidi relativi alla gestione dell'attività di spaccio di stupefacenti

Svolta nelle indagini per l’omicidio di Gennaro Ramondino avvenuto nella notte del 31 agosto a Napoli. Venerdì la polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per un minorenne già detenuto in Ipm, ritenuto l’autore del delitto del ventenne, il cui cadavere fu rinvenuto carbonizzato tra le sterpaglie in una zona di campagna del quartiere di Pianura. Secondo quanto emerso dalle indagini della squadra mobile – coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Procura per i Minorenni – l’omicidio sarebbe avvenuto in un sottoscala di Via Comunale di Napoli nel quartiere Pianura, generalmente utilizzato dai gruppi criminali della zona come piazza di spaccio.

Il minorenne sarebbe stato aiutato da alcuni complici 

Il presunto assassino, attualmente già detenuto per un altro procedimento, nella serata dello scorso 31 agosto, avrebbe esploso contro la vittima alcuni colpi d’arma da fuoco a bruciapelo, uccidendola sul colpo. Lo stesso, con l’ausilio di alcuni complici, si sarebbe poi adoperato per trasportare il cadavere in aperta campagna – dove poi è stato ritrovato carbonizzato – e per eliminare ogni traccia del delitto nei locali del sottoscala in cui era avvenuto l’omicidio.

Tra i due dissidi relativi alla gestione dello spaccio di droga

Il movente, secondo quanto ricostruito, sarebbe da ricondurre a dissidi relativi alla gestione dell’attività di spaccio di stupefacenti e alla suddivisione dei relativi proventi illeciti. Per tali condotte, nelle settimane precedenti, era già stato sottoposto a fermo del pm un altro indagato maggiorenne, accusato di favoreggiamento, occultamento e distruzione del cadavere di Ramondino Gennaro e delle autovetture utilizzate per la commissione dei delitti. Nel corso delle indagini è stata rinvenuta anche l’arma utilizzata per compiere l’omicidio, sotterrata in una zona di campagna del quartiere Pianura. 

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