Il ragazzo accusato di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia per la prima volta davanti alla Corte d'Assise di Venezia per l'interrogatorio

Si è concluso l’esame di Filippo Turetta davanti ai giudici della Corte d’Assise di Venezia, presieduta da Stefano Manduzio. Il 23enne è reo confesso della morte della Giulia Cecchettin, uccisa con 75 coltellate nel novembre 2023 in un parcheggio a Fossò. Il prossimo appuntamento in aula sarà alla fine del mese di novembre, il 26 e io 26, e resta confermata anche la data del 3 dicembre per le eventuali repliche e la sentenza. Salta, dunque, l’udienza del prossimo lunedì 28 ottobre.

Presente in aula anche il padre della vittima, Gino, mentre la sorella Elena Cecchettin non c’è. “Oggi e lunedì non sarò presente in aula, non per disinteresse; ma per prendermi cura di me stessa”, ha scritto in una storia su Instagram la giovane donna.  

Turetta in una memoria: “Lei era tutto per me”

“Lei era tutto per me. Io avevo concentrato tutta la mia vita su di lei e in un certo senso tutto quello che facevo, lo facevo perché la riguardava in qualche modo”. Scrive così Turetta nelle oltre 80 pagine di memoria difensiva depositate, di cui LaPresse ha preso visione. “Principalmente per questo motivo mi aveva lasciato e per la questione dell’amicizia dell’università”, afferma. “Per lei io ero troppo dipendente da lei, affettivamente – racconta – e ‘ossessionato’ da concentrare tutta la mia vita su di lei e sulla nostra relazione. Questo le pesava molto ultimamente e si sentiva un po’ stretta”.

Gino Cecchettin: “Vogliono capire chi è Turetta, per me è chiarissimo”

“Vogliono capire chi è Filippo Turetta, ma per me è chiarissimo, ha detto Gino Cecchettin uscendo dall’aula. “Abbiamo capito chi è Turetta, ora il suo avvocato dice che vuole capire – ha affermato – quello che emerge è che vita del prossimo e sacra e va rispettata. Ognuno faccia le sue considerazioni, non voglio entrare nel merito”, ha aggiunto.

Turetta: “Unica cosa a cui penso è espiare mia colpa”

L’unica cosa a cui penso è che sia giusto affrontare questo (il processo, ndr.) ed espiare la mia colpa, provare a pagare per quello che ho fatto. È l’unico pensiero che ho al momento. Mi sento anche in colpa a pensare al futuro visto che lei non può più”, ha dichiarato Turetta.  

Turetta: “Scuse sarebbero ridicole per quello che ho fatto”

“Dal punto di vista emotivo, in certi momenti, penso che potrei chiedere scusa, ma credo che sia ridicolo vista la grave ingiustizia che ho commesso, sarebbero ridicole”, ha dichiarato Turetta nell’aula della Corte d’Assise di Venezia rispondendo alle domande del suo legale, Giovanni Caruso, sul perché non abbia chiesto scusa alla famiglia della vittima. “Penso che potrebbero creare ulteriore dolore”, ha affermato.

Turetta: “Io ossessionato da relazione”

La prima volta che la relazione tra Turetta e Cecchettin si interrompe è “il 16-17 marzo 2023”. “C’era più di qualche motivazione, principalmente il fatto che ero troppo troppo dipendente, ossessionato dal nostro rapporto e questo causava pesantezza, soffocatezza e poi per litigi dovuti al fatto che io facevo storie”, ha detto l’assassino di Giulia. “Siamo tornati insieme dopo un paio di settimane”.

Turetta: “Essere in aula è dovere verso Giulia”

“Penso che sia qualcosa di giusto, un dovere verso la giustizia, ma soprattutto verso Giulia e tutte le persone colpite”, ha detto Turetta alla ripresa dell’udienza rispondendo all’avvocato Giovanni Caruso, suo legale difensore. Da stamattina, quando è iniziato l’esame dell’imputato, è la prima volta che il 23enne ha pronunciato il nome di Giulia Cecchettin. “Sono accusato di aver commesso l’omicidio di Giulia con crudeltà, premeditazione, il legame affettivo”, ha affermato.

Turetta: “L’ho colpita per rabbia”

“In quel momento l’ho colpita per rabbia”, ha raccontato il 23enne omicida di Cecchettin durante l’udienza. “L’ho spinta per terra, poi ricordo che avevo il coltello. E ricordo che l’ho spinta in macchina, sui sedili posteriori”.

Turetta: “Avevo ancora speranza di riallacciare rapporto”

“C’erano delle cose, un po’ per il passato recente, negli ultimi tempi, che mi portavano ad avere la speranza di tornare insieme“, ha affermato in aula Turetta. “Negli ultimi tempi ci vedevamo, e ci scrivevamo. Era la mia percezione, quando eravamo in presenza, fisicamente. A volte potevo percepire delle cose, altre volte meno”.

Turetta: “Ricordo un colpo alla coscia come fosse flashback”

“Forse l’ho colpita” con il coltello, “non ricordo, non lo so. Per farla stare ferma l’ho colpita, ricordo come un flashback un colpo sulla coscia”. Ad affermarlo è stato Filippo Turetta, che oggi è in aula davanti alla Corte d’Assise di Venezia. Il pm Stefano Petroni legge in aula un passaggio del memoriale depositato da Turetta, “a pagina 8 della sua prima memoria”. “Quando è uscita dalla macchina io ero arrabbiatissimo, non volevo che finisse cosi, ho preso uno dei coltelli e sono uscito fuori di corsa per fermarla scrive il 23enne – Non ricordo esattamente. Poi l’ho presa per il braccio e lei è caduta, penso che abbia sbattuto la testa contro il pavimento”. “Mai calci e pugni, non so se l’ho colpita con il coltello, ma suppongo di sì, ma qualche istante dopo solo il manico in mano e quindi per essersi rotto così suppongo di sì”, scrive Turetta nel passaggio della memoria difensiva letta in aula, e relativa all’aggressione a Vigonovo. In aula, sono state proiettate le immagini del sopralluogo dei carabinieri nel parcheggio in cui sono repertate le immagini di sangue.

 

Turetta in aula: “Ho pensato di rapirla e poi farle del male”

L’imputato ha iniziato l’interrogatorio e rispondendo a una domanda della pubblica accusa sulla lista trovata sul suo cellulare ha detto: “Ho scritto io quella lista, il 7 novembre (2023, ndr). Sì, difficile ammettere, ma avevo questi pensieri ho ipotizzato questo piano per fare questa cosa di un eventuale futuro momento di rapirla e stare qualche tempo un po’ insieme e poi farle del male”. 

Filippo Turetta, attraverso il suo avvocato, ha depositato una memoria. In aula, il pm Andrea Petroni, ha letto una frase della premessa di una memoria definita “corposa”. “Proverò a raccontare tutto quello che è successo nella maniera più accurata possibile“, ha letto in aula il pm. Turetta ha raccontato di aver iniziato a scrivere “di getto” a partire da “febbraio/marzo”. “Poi rileggendo mi sono accorto che c’erano altre cose o rileggendo mi sono venute in mente altre cose che non avrei ricordato se non l’avessi letto negli atti di indagine”. 

Turetta: “Cercai sul web scotch e manette per immobilizzarla”

“Ho fatto ricerche” su ‘scotch resistente’ e ‘manette professionali’ “pensando di utilizzare questi strumenti per immobilizzarla dopo averla rapita”. Lo ha detto Filippo Turetta, reo confesso della morte della ex fidanzata Giulia Cecchettin, rispondendo un aula alle domande del pm. “Ho fatto queste ricerche poi ho comprato online lo scotch e una cartina stradale”, ha affermato.

Turetta: “Volevo togliere la vita a lei e poi a me”

 In aula davanti alla Corte d’Assise di Venezia dove è in corso il processo a carico di Filippo Turetta, per l’omicidio di Giulia Cecchettin, vengono mostrate immagini di cascate, una cava, strade. Luoghi dove, dice l’imputato, voleva “rapirla in macchina e poi, insieme con me, allontanarci verso una di queste località” “per aggredirla e togliere la vita a lei e poi a me”, ha affermato Turetta.  

Elena Cecchettin: “Sono più di 11 mesi che ho gli incubi”

“Sono più di 11 mesi che continuo ad avere incubi, 11 mesi che il mio sonno è inesistente o irrequieto – prosegue Elena Cecchettin – La mia salute mentale e soprattutto quella fisica ne hanno risentito. Ho perso il conto delle visite mediche che ho dovuto fare nell’ultimo anno”. “Seguirò a distanza, anche tramite i miei legali, tuttavia non parteciperò. Sarebbe per me una fonte di stress enorme e dovrei rivivere nuovamente tutto quello che ho provato a novembre dell’anno scorso. Semplicemente non ne sono in grado“, conclude la ragazza.

Gino Cecchettin arrivato in aula

Gino Cecchettin, papà di Giulia, era arrivato in aula nel tribunale di Venezia senza rilasciare dichiarazioni. Sul bavero della giacca la spilla con l’immagine della figlia. Gino Cecchettin vedrà oggi Turetta per la prima volta dall’omicidio della figlia. 

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata