Il provvedimento è il primo dopo il decreto sui Paesi sicuri firmato dal Governo Meloni. Anche il tribunale di Roma mette in discussione la legge, rinviando alla Corte di Giustizia Ue
Il tribunale di Catania non ha convalidato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di un migrante arrivato dall’Egitto, che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato. Dopo il pronunciamento del tribunale di Roma che ha portato al nuovo decreto sui Paesi sicuri, oggi i giudici di Catania nel provvedimento applicano la normativa europea ritenendola prevalente su quella nazionale.
“Una lista di paesi sicuri non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità di tale designazione con il diritto dell’Unione europea e in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani che investono le libertà di un ordinamento democratico” scrive il giudice Massimo Escher. Il provvedimento di Catania è il primo dopo il decreto sui Paesi sicuri firmato dal Governo Meloni.
Tribunale di Roma chiede parere all’Ue
Anche il Tribunale di Roma ha messo in discussione il nuovo decreto sui ‘Paesi Sicuri’. La presidente della sezione immigrazione, Luciana Sangiovanni, ha sospeso l’efficacia del diniego emesso della commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale sulla richiesta di asilo avanzata da uno dei dodici migranti che erano stati trasferiti in Albania, rinviando alla Corte di giustizia europea per un giudizio sulla legittimità del decreto in base al diritto comunitario. “Non sfuggirà alla Corte la grave crisi istituzionale provocata in Italia dalle prime decisioni dei tribunali di non convalidare provvedimenti di trattenimento nelle procedure di frontiera”, si legge in un passaggio del provvedimento. Era stata proprio la sezione immigrazione del Tribunale di Roma a non aver convalidato per prima il trattenimento dei dodici cittadini stranieri, bengalesi ed egiziani, trasferiti nel Cpr di Gjader in Albania. Il magistrato, nel dispositivo con cui ha inviato gli atti alla Ue, chiede anche di ricevere una risposta in tempi celeri. “L’ordinanza di rinvio pregiudiziale alla CGUE ex art 267 TFUE del Tribunale di Roma riguarda – come spiega a LaPresse l’avvocato Paolo Iafrate, legale di due dei migranti il cui trattenimento in Albania non venne convalidato – una questione similare, riprende le stesse argomentazioni del Tribunale di Bologna“.
Salvini: “Per colpa dei giudici comunisti il Paese insicuro è l’Italia”
“Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo!” ha detto il vicepremier e ministro Matteo Salvini dopo la decisione del giudice di Catania che ha annullato un trattenimento.
Lega: “Egitto meta di vacanze ma per i migranti non è Paese sicuro”
“L’Egitto è una meta sempre più gettonata per le vacanze, tanto che nel 2023 ha segnato un numero record di visitatori: 14,9 milioni, di cui 850mila dall’Italia”. Così una nota della Lega dopo la decisione del giudice di Catania: “In altre parole, l’Egitto è un Paese sicuro per tutti, tranne che per i clandestini che – secondo alcuni giudici di sinistra – non possono tornarci. Pensare che, per la sinistra e l’Anm, a essere insicura dovrebbe essere l’Italia perché governata dal centrodestra. Eppure, per Pd e toghe rosse i clandestini devono rimanere tutti qui”.
Il messaggio dall’assemblea dell’Anm a Bologna
L’assemblea dell’Anm a Bologna risponde alla “necessità di riaffermare che noi vogliamo continuare ad essere giudici indipendenti e autonomi. Non abbiamo paura e non ci lasciamo intimidire. Non è una volontà di scontrarsi, ma delinea proprio l’auspicio che questo scontro cessi”. Così il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia a margine dell’assemblea in corso a Bologna.
“Sono qui a testimoniare la vicinanza di tutta l’Associazione nazionale magistrati – aggiunge – è un momento delicatissimo”.”Questo scavare negli archivi per delineare la figura del magistrato ‘cattivo’, nemico del popolo, o di sinistra – aggiunge – è un modo di fare che sposta totalmente l’attenzione dal provvedimento, dalle sue ragioni fondanti, che sono assolutamente meritevoli di considerazione, tutto può essere criticato all’interno del processo ma spostare dal provvedimento alla persona è un modo di impostare la questione che ovviamente mette in difficoltà i magistrati, che si troveranno a decidere dopo e c’è un clima di tensione, di scontro che non è sostenibile e va stemperato”.
“Una volta erano i pubblici ministeri, le ‘toghe rosse’ delle procure ad essere attaccate e i giudici erano tenuti da parte – afferma Santalucia – Ora sono proprio i giudici ad essere accusati di parzialità, di pregiudizialità e addirittura i giudici civili”. “Questa insofferenza nei confronti del potere giudiziario sembra allargarsi al macchia d’olio. Non solo alle procure ma a tutta la giurisdizione e questo è motivo di rinnovata preoccupazione”.”La funzione giudiziaria deve essere rispettata per quello che è – prosegue – un potere indipendente dal governo che non può soggiacere alle attese del governo, anche se il tema dell’immigrazione è un tema centrale nelle politiche governative, ma non ci si può attendere dai magistrati che siano consonanti rispetto alle politiche di governo”.
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