Il giovane ucciso con un colpo di pistola a San Sebastiano al Vesuvio
“La famiglia di Santo Romano respinge con forza la teoria secondo cui sarebbe stato Santo ad aggredire e a provocare la difesa del 17enne che ha esploso il colpo che lo ha ucciso“. Così a LaPresse l’avvocato Marco De Scisciolo, legale di Filomena De Mare, madre del 19enne ucciso a colpi di pistola nella notte tra il 1° e il 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. “La famiglia è rimasta fino ad oggi in una posizione di compostezza e di silenzio, finché non si è cominciato ad insistere, da parte dell’indagato, sulla teoria che fosse stato addirittura Santo ad aggredirlo“, spiega De Sciciolo, incaricato dai familiari del 19enne insieme all’avvocato Luigi Cavaliere che difende il fratello, Antonio.
“È solo un tentativo da parte dell’indagato di discolparsi – aggiunge il legale – o di alleviare la sua posizione, ma è qualcosa di assolutamente inaccettabile per la famiglia. So che è stato mostrato un fotogramma dal quale parrebbe che la macchina dell’omicida sarebbe stata circondata da persone che avrebbero addirittura tirato delle pietre, sono situazioni che andrebbero verificate ma che comunque non aggiungono nulla. Anzi, parlare di legittima difesa in una situazione in cui una persona che si sente aggredita prende una pistola e spara, è una sproporzione evidente”.
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