Il parroco dell'hinterland di Napoli risponde allo scrittore che ieri a LaPresse aveva parlato di fallimento per questo modello
“Roberto Saviano scrive che ‘Gli omicidi dimostrano il fallimento completo del modello Caivano‘. Falso”. In un lungo post su Facebook, don Maurizio Patriciello, parroco del Parco verde di Caivano, hinterland a nord di Napoli, risponde a Roberto Saviano che ieri, parlando con LaPresse, aveva puntato il dito contro il “fallimento del modello Caivano”.
“Caro Roberto, sono passati quasi 20 anni da quando – sconosciuto giornalista – venisti al Parco Verde per scrivere dell’omicidio di un nostro ragazzo di 15 anni. Quel racconto finì nel tuo libro Gomorra – scrive don Patriciello – Da allora – lo sai bene – ti ho invitato tante volte a ritornare. A dare voce alle nostre voci. Non lo hai mai fatto. Non sei mai venuto”. Un invito, che, ricorda il parroco, è stato accolto dalla premier Giorgia Meloni, “un merito che altri, prima di lei, non hanno voluto o potuto prendersi. La verità è limpida come l’acqua di sorgente”.
“No, Roberto, gli ultimi omicidi non dimostrano affatto il completo fallimento del modello Caivano, ma sono il frutto avvelenato e velenoso di decenni di disattenzione verso il dramma della camorra, della terra dei fuochi, delle problematiche giovanili, delle nostre bistrattate periferie. Ti auguro ogni bene. E ti invito ancora una volta a ritornare al ‘Parco Verde’”, sottolinea.
“Quel che è accaduto a Caivano è sotto gli occhi di tutti. Di tutte le persone oneste che vogliono vedere. Certo, è poca cosa rispetto al gran lavoro che dovrà essere fatto. I miracoli li fa Dio. La bacchetta magica ce l’ha la fata. Nessuno ha mai creduto che in un solo anno Caivano sarebbe diventato il paradiso terrestre. Si sta lavorando. Con fatica”, è la riflessione del parroco, per il quale “qualcosa si muove”, a cominciare dal fatto che il Parco Verde “non è più la più grande piazza di spaccio d’Europa”. “Guarire una persona influenzata è facile. Richiamare in vita un ammalato grave è cosa molto più complessa. E Parco Verde, il centro sportivo ridotto a un immondezzaio puzzolente, il Comune di Caivano sciolto per la seconda volta per infiltrazione mafiose, il dramma ambientale e sanitario, i mille clan della camorra che ci angariano da sempre, la disoccupazione atavica che affligge la nostra terra, il lavoro in nero, l’evasione scolastica, la pigrizia di tanta gente ‘buona’ che non disdegna di insozzare e occupare strade e marciapiedi, meriterebbero un’analisi più onesta, più severa. Per amore di questo nostro popolo bistrattato occorre andare al di là degli slogan e degli stereotipi”, conclude don Patriciello.
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