Intervista al sottosegretario del Dicastero per la cultura e l'educazione del Vaticano
“In un’epoca in cui tutti vogliono esprimere se stessi e il proprio pensiero in maniera unidirezionale, aver deciso di fare una antologia come questa è un atto quasi rivoluzionario“. Così a LaPresse padre Antonio Spadaro sottosegretario del Dicastero per la cultura e l’educazione del Vaticano parlando di ‘Versi a Dio. Antologia della poesia religiosa’ (Crocetti Editore). “‘Versi a Dio’ – continua padre Spadaro – è accompagnato da una lettera del Papa che apre il libro. Francesco parla della poesia come ‘spina nel cuore’, che spinge al movimento. È la spina di una rosa, non di un chiodo, ma dice che la poesia è incomoda. ‘Ti butta da un’altra parte’, scrive il Papa, e porta chi la legge in territori sconosciuti, spingendo alla scoperta”. Per quanto riguarda il volume, sottolinea padre Spadaro: “L’antologia non impone una visione, ma offre spazio alle diverse voci, fornendo la base per un incontro che va oltre l’imposizione di un pensiero unico. Il valore di questa antologia sta nel mettere in dialogo le voci di tradizioni differenti, rispettando le diversità e aprendo l’orecchio all’ascolto. In questo senso Non Versi a Dio ha l’ambizione di essere una raccolta esaustiva, ma riflette un desiderio di esplorazione e di ricerca continua”.
“‘Versi a Dio’ – spiega ancora padre Spafdaro – raccoglie testi poetici provenienti da diverse religioni, attraversando epoche e tradizioni. La religione, in tutte le sue forme, tende a esprimersi attraverso una modalità poetica che invita naturalmente alla meditazione e al raccoglimento. Però, non basta che una poesia faccia riferimento al divino per essere considerata preghiera. La preghiera, in senso stretto, implica un “Tu” a cui ci si rivolge, costringendo il lettore a confrontarsi con un altro, sia che si creda o meno,. Un Tu che può anche essere percepito come assente, ma comunque un Tu”.
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