Funerali laici e senza presenze istituzionali – come chiesto dalle figlie – per Licia Rognini Pinelli, la vedova del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, ingiustamente accusato della strage di piazza Fontana e morto precipitando in circostanze mai del tutto chiarite da una finestra della questura di Milano. La cerimonia funebre si è svolta alla Casa funeraria San Siro di via Corelli, dove nei giorni scorsi è stata allestita la camera ardente in forma privata. Il feretro della donna, morta a 96 anni, è stato avvolto nella bandiera anarchica di ‘Pino’. Tra i presenti il presidente dell’Anpi milanese Primo Minelli, il fratello di Peppino Impastato, Giovanni, e l’ex magistrato Guido Salvini. “Sei stata la nostra roccia mamma, non hai lasciato che il dolore e la rabbia prendessero il sopravvento sulla nostra vita e cancellassero i ricordi belli. La nostra minuscola casa popolare a San Siro, sempre piena di gente e discussioni. E poi l’ultimo ricordo: voi due a rincorrevi per le scale, con Pino che rideva e cercava di sfuggire a quel cappotto che volevi indossasse. Perché faceva freddo, tanto freddo. Era il 12 dicembre 1969″, ha detto la figlia Claudia. “Sei stata la prima donna in Italia ad aver denunciato un questore, Licia, ti ricorderanno anche per questo. Con dignità hai continuato a chiedere giustizia per quell’anarchico idealista che avevi sposato, il nostro papà, ucciso innocente nei locali della Questura di Milano. ‘Non mi sento sconfitta perché giustizia è che tutti sappiano la verità’, hai lasciato scritto. La nomina a commendatore della Repubblica è appesa a casa tua insieme al riconoscimento di Pino come diciottesima vittima della strage di Piazza Fontana. Tu hai continuato a sperare, a non farti condizionare”.