Ponte Stretto, parla un espropriato: “Casa mia è in bilico tra distruzione e sopravvivenza”

L'intervista a Rossella Bulsei, presidente del comitato 'Ti tengo stretto' di Villa San Giovanni

“Lo stato d’animo è difficilissimo da descrivere, bisognerebbe viverlo”. Così Rossella Bulsei, presidente del comitato ‘Ti tengo stretto’ di Villa San Giovanni, comune della città metropolitana di Reggio Calabria, che raccoglie gli espropriati secondo il progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto. “Vorrei parlarvi di cosa succede dentro casa mia: quando si apre la porta si vede una casa in cui due persone hanno costruito una famiglia, hanno impegnato le loro risorse economiche e costruito un proprio progetto di vita, che riteniamo abbia assolutamente il diritto di continuare a essere portato avanti”, mentre invece “casa nostra è in bilico tra la distruzione e la sopravvivenza per un’opera che ancora oggi la commissione Via Vas ha licenziato con 60 prescrizioni”. “Mi chiedo anche – continua Bulsei – come questo sia possibile senza ascoltare i territori e i cittadini, in modo particolare i destinatari dell’esproprio, che sino a oggi sono stati considerati degli ospiti che occupano uno spazio che non gli è dovuto e che dovrebbero lasciare libero senza tante storie”. Gli espropriati denunciano anche che “nessuno ha ritenuto di parlare con noi, nessun ministro, il dottor Ciucci, fosse anche per dirgli quale sarà il loro destino. Si può parlare solo del ponte e del ponte bisogna parlarne bene”.