Greenpeace, in collaborazione con l’artista Alessandro Caizza, porta in piazza Vittorio, a Roma, un’installazione in cui sono riproposti i veri oggetti di vita quotidiana recuperati direttamente dalle abitazioni degli alluvionati dell’Emilia Romagna e di uno stato brasiliano. Il nome del progetto artistico è “E ora chi paga?” e denuncia l’abbandono e il disinteresse delle istituzioni a ogni livello nei confronti delle vittime della crisi climatica. Ne parla a LaPresse Federico Spadini, di Greenpeace Italia: ‘Le alluvioni hanno devastato la vita di intere comunità e delle persone che sono state colpite, ma che sono sempre più spesso causate ed esacerbate dalla crisi climatica in corso. Troppo spesso il prezzo a cui fa riferimento l’installazione lo pagano le persone, con la loro vita, compromettendo il proprio futuro e la possibilità di una vita dignitosa’. Spadini aggiunge: ‘Noi di Greenpeace pensiamo invece che debbano essere i responsabili della crisi climatica a pagarlo, mentre il governo italiano fa di tutto per rimandare la transizione energetica e le grandi aziende del settore fossile, come ENI, ci condannano a un inferno climatico con le loro emissioni fuori controllo’.
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