Sono in corso indagini da parte dei carabinieri della stazione di Giugliano in Campania. Il sindaco: "Minori armati sconfitta per tutta la società"
Un ragazzino di 13 anni è stato ferito con un coltello ieri sera a Giugliano in Campania, in provincia di Napoli. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri intervenuti in ospedale, il ragazzo stava giocando a pallone con altri amici in un parchetto nei pressi di piazza Gramsci quando è stato avvicinato da un coetaneo, intenzionato a prendere la palla.
Il 13enne si è rifiutato ed è stato aggredito dall’altro giovane, che lo ha ferito con un coltello alla coscia sinistra. Il 13enne è stato dimesso con un punto di sutura dall’ospedale San Giuliano. Sono in corso indagini da parte dei carabinieri della stazione di Giugliano in Campania per ricostruire la dinamica dell’accaduto e identificare l’aggressore.
Avrebbe circa 10 anni l’aggressore che ieri sera con un coltello ha ferito il ragazzino. Lo ha riferito il ragazzo aggredito, che tra l’altro compie proprio oggi 13 anni, ai Carabinieri della stazione di Giugliano.
Il giovane se l’è cavata con l’applicazione di un punto di sutura prima di essere dimesso. Sempre secondo quanto riferito dal 13enne ai Carabinieri, aggressore e aggredito non si conoscevano.
Il sindaco: “Minori armati sconfitta per tutta la società”
“Quando accade un episodio del genere è una sconfitta per tutta la società, non solo delle persone direttamente coinvolte. Le famiglie, la scuola, l’amministrazione, ognuno di noi per la propria parte educante deve fare uno sforzo in più“, ha commentato a LaPresse il sindaco di Giugliano, Nicola Pirozzi. “Un bambino, perché di bambini si tratta, che gira con un coltellino – aggiunge Pirozzi – è veramente una cosa inconcepibile, sono rimasto senza parole. Ho chiesto alle forze dell’ordine e alla nostra Polizia municipale di intensificare i controlli sul nostro territorio, che è grandissimo, ma occorre una funzione delle famiglie, della scuola, di tutti. Serve un’azione collettiva, perché i controlli possono anche esserci ma il migliore antidoto è dare buoni esempi, l’educazione, il rispetto delle regole”. Secondo Pirozzi “dobbiamo fare un mea culpa complessivo, serve una maggiore attenzione e un ruolo maggiore di tutte le figure istituzionali nella loro accezione più ampia”.
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