Sequestrati importanti reperti archeologici etruschi reperiti a seguito di scavi illegali in Città della Pieve, in provincia di Perugia. Ad aprile 2024 veniva avviata un’indagine a seguito di una comunicazione dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che segnalava un possibile scavo abusivo nella zona fra Chiusi e Città della Pieve. Due persone risultano responsabili per i reati di furto e ricettazione di beni culturali e soprattutto con il sequestro di 8 urne litiche etrusche, due sarcofagi e il relativo corredo funerario di età ellenistica del III secolo a.C. Le urne, tutte integre, sono in travertino bianco umbro, in parte decorate ad altorilievi con scene di battaglie, di caccia e con fregi, alcune delle quali conservano pigmenti policromi e rivestimenti a foglia d’oro, altre con la raffigurazione del mito di Achille e Troilo. Dei due sarcofagi, uno è al momento rappresentato dalla sola copertura e l’altro completo dello scheletro del defunto. Un preliminare studio scientifico delle urne redatto dai funzionari archeologi del Ministero della Cultura conferma l’appartenenza dei beni a un unico contesto funerario, consistente in una tomba a ipogeo riconducibile a una importante famiglia del luogo, i “PULFNA”. Particolarmente ricco il corredo funebre (suppellettili e vasellame, fittile e metallico) tra cui quattro specchi in bronzo, uno dei quali con l’antica divinizzazione di Roma e della lupa che allatta soltanto Romolo, un balsamario contenente ancora tracce organiche del profumo utilizzato in antichità, un pettine in osso, situle e oinochoe in bronzo, comunemente utilizzati dalle donne etrusche durante banchetti e simposi. L’operazione di recupero delle odierne urne è considerata dagli esperti uno dei più importanti recuperi di manufatti etruschi mai realizzato durante un’azione investigativa.
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