“Ramy era un mio amico, un ragazzo sempre con il sorriso in faccia. Lo ricorderò sempre così. Oggi chiediamo giustizia, verità, luce sui fatti”. Nadir, un ragazzo che abita a Corvetto a Milano, ricorda così l’amico Ramy Elgaml, il 19enne di origine egiziana, morto in un incidente con lo scooter la notte tra il 23 e il 24 novembre a Milano dopo un lungo inseguimento da parte dei carabinieri. La morte di Ramy ha scatenato dure proteste in quartiere con notti di incidenti e tensioni da parte di tanti ragazzi che chiedono di fare piena luce sui fatti. “La maggior parte di chi ha partecipato alle proteste dei giorni scorsi Ramy non lo conosceva, tanti venivano da fuori Milano. Perché? Sarà stato una scintilla, una goccia che ha fatto traboccare il vaso, gente che si è sentita parte offesa, gente che vuole verità”. Sulla vita in quartiere Nadir spiega che “qui negli ultimi anni il degrado è cresciuto e ci sentiamo abbandonati a noi stessi perché mancano opportunità, dalla più banale come un campeggio di calcio sistemato. Lo Stato lo vediamo a loro convenienza”.