L'uomo, 58enne, avrebbe iniziato a picchiare la donna una settimana dopo il matrimonio

Avrebbe maltrattato e umiliato la moglie fino ad arrivare a sputarle e farle urina addosso, reiterando le violenze per 30 anni anche davanti ai loro figli minorenni: per questo un pescatore di 58 anni è stato condannato a sei anni e otto mesi di reclusione dal Tribunale di Venezia. La coppia, residente a Chioggia, si è separata a maggio dello scorso anno, dopo la denuncia della donna che ha fatto scattare la misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti del marito, viste le ripetute minacce di morte ricevute nel corso della relazione. I fatti sono stati riportati da Il Gazzettino. 

Una storia di violenza, iniziata nel 1990

La donna, 52enne, ha denunciato l’uomo raccontando che il primo episodio violento risale alla settimana successiva al matrimonio, avvenuto nel 1990, quando fu spinta dal marito e fatta cadere dalle scale. All’uomo vengono contestati atti di maltrattamento costanti, con una frequenza settimanale, anche sotto l’effetto di alcolici, che comprendevano insulti, offese e minacce. Secondo gli accertamenti effettuati dagli inquirenti, l’uomo era solito sputarle in faccia e darle schiaffi, pugni, spintoni e testate. La procura parla anche di episodi nei quali le avrebbe perfino urinato addosso, dopo averla costretta a spogliarsi nella vasca da bagno. 

Le minacce e la violenza testimoniate dai figli 

Per evitare che la coniuge si recasse al pronto soccorso per farsi medicare, il pescatore la minacciava di morte, di ucciderle i genitori e i figli, sostenendo di essere in grado di farlo anche se lei si fosse allontanata dalla casa familiare. A confermare le accuse anche i due figli maschi, che hanno testimoniato nel processo contro il 58enne. 

 

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