Ai domiciliari anche gli imprenditori René Benko, Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti
La sindaca di Riva del Garda, Cristina Santi, gli imprenditori René Benko, Heinz Peter Hager e Paolo Signoretti, quattro professionisti e un dirigente comunale sono agli arresti domiciliari perché coinvolti in un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Trento. I carabinieri del Ros e i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria hanno effettuato 100 perquisizioni nei confronti di altre persone sottoposte ad indagine, società ed enti pubblici territoriali nelle province di Trento, Bolzano, Brescia, Milano, Pavia, Roma e Verona nonché all’estero attraverso i canali di cooperazione giudiziaria internazionale.
Le indagini
Il provvedimento, emesso dal gip di Trento su richiesta della Dda della procura, è scaturito da una complessa attività investigativa di polizia giudiziaria e tributaria, svolta da carabinieri e Guardia di finanza, nella tutela della legalità e dell’integrità della pubblica amministrazione. Le indagini hanno ipotizzato l’esistenza di una sorta di gruppo affaristico in grado di influenzare e controllare le principali iniziative della pubblica amministrazione, soprattutto nel settore della speculazione edilizia in Trentino Alto Adige. Gli imprenditori coinvolti si sarebbero resi disponibili a finanziare le campagne elettorali di amministratori pubblici, ottenendo poi agevolazioni, procedure semplificate e concessioni per iniziative immobiliari.
Quali sono le accuse di reato
Le accuse contestate vanno dall’associazione per delinquere alla turbativa d’asta, dal finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite, dalla truffa all’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, oltre a diversi reati contro la pubblica amministrazione tra cui corruzione, induzione indebita, rivelazione di segreti d’ufficio e omissione di atti d’ufficio, nonché violazioni delle norme tributarie legate all’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le indagini coinvolgono 77 persone fisiche, tra cui 11 amministratori pubblici, 20 dirigenti e funzionari di enti locali e società partecipate, membri delle forze dell’ordine, professionisti e imprenditori. Il gip ha condiviso la contestazione dell’utilizzo del metodo mafioso per il reato di associazione per delinquere ipotizzato dalla procura della Repubblica.
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