L'operario rimasto lievemente ferito: "Ho sentito un boato, poi i vetri in frantumi". L'azienda: "Collaboriamo con le autorità"
Dopo l’esplosione del deposito Eni a Calenzano, che questa mattina ha causato due morti, nove feriti e tre dispersi, un testimone rimasto lievemente ferito rivela che “la pericolosità” dello stabilimento Eni “la conoscevamo, ma non fino a questo punto”.
“Un boato e i vetri in frantumi”
“Ho sentito un boato, i vetri delle finestre sono andati in frantumi e un vetro mi ha ferito in fronte. Solo due punti di sutura fortunatamente”, racconta Nicolas Magnolfi, operaio 29enne di una ditta vicina allo stabilimento. “Mi sono reso conto di quanto era accaduto quando ho visto il fuoco nell’area Eni e sono scappato”, aggiunge il 29enne.
Eni: “Collaboriamo con le autorità”
In merito all’esplosione, l’Eni in un comunicato “rimanda a quanto comunicato dalla Prefettura circa l’impatto dell’incidente sulle persone. Eni desidera esprimere la propria forte vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone rimaste coinvolte nell’incidente”.
“Eni sta pienamente collaborando con l’autorità giudiziaria per l’accertamento delle dinamiche e delle cause dell’esplosione di una delle autobotti presso la pensilina di carico. Eni conferma che l’incendio è stato completamente domato questa mattina in modo tempestivo dai Vigli del Fuoco”, si legge ancora nella nota.
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