L'intellettuale 36enne era a processo per maltrattamenti e lesioni sulla ex compagna

Il Tribunale di Milano ha condannato a quattro anni il filosofo Leonardo Caffo per maltrattamenti e lesioni sulla ex compagna.

Le accuse contro Leonardo Caffo

È la sentenza letta nell’aula della quinta sezione penale dal collegio dei giudici Clemente-Natale-Bianchi che ha condannato l’intellettuale 36enne per le “inaudite violenze” nei confronti della ex fidanzata palermitana, oggi 31enne, e le “offese raccapriccianti e umilianti” rivolte alla donna fino a “far perdere alla vittima la propria dignità”, invitandola in più occasioni a uccidersi per non essere riuscita “a fare nulla nella vita”.

Il divieto di avvicinamento

A ottobre la pm Milda Milli – oggi sostituita in aula dal pm Giovanni Tarzia – aveva chiesto di condannare Leonardo Caffo a quattro anni e mezzo di reclusione. Ad agosto 2022 la gip Ileana Ramundo aveva disposto nei suoi confronti l’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alla ragazza che nel processo si è costituita parte civile con l’avvocata Elena Cinzia Tamayer. 

 

Caffo: “Colpito per educarne mille”

“Spero ancora che non ci sia violenza nei confronti delle donne e non vedo nessuna ragione per contestare una battaglia così sacrosanta. Va bene colpirne uno per educarne mille: io sono stato colpito, speriamo che adesso educhino anche gli altri mille”, ha detto Leonardo Caffo al termine della sentenza. “Non so se sconto un clima, il clima è parzialmente giustificato perché la violenza di genere c’è. Non sarò qui a fare il paladino dell’altro lato, non mi vendo al migliore offerente”.

Caffo: “Andremo in appello, futuro lo vedo pessimo”

“Andremo in appello e cercheremo di provare a raccontare una verità diversa, in primo grado non siamo riusciti. Il futuro che vedo è pessimo e mi spiace profondamente per le persone coinvolte”, ha aggiunto il 36enne.

Caffo: “Sono innocente”

“Sono innocente, per questo mi appellerò contro la condanna. In primo grado siamo già riusciti a dimostrare l’infondatezza di alcune delle accuse. Mi appellerò per dimostrare la mia totale innocenza perché credo nella giustizia e per il bene di mia figlia”, ha detto a LaPresse il filosofo. 

Parla l’ex compagna

“Questa sentenza conferma una verità che per quasi due anni ho cercato di far emergere”, ha dichiarato l’ex compagna di Leonardo Caffo al termine dell’udienza. “Chiunque denuncia una situazione simile si scontra con un sistema che troppo spesso manca di strumenti adeguati per supportare le vittime“, ha aggiunto la 31enne difesa dalla legale Elena Tomayer. 

 

Escluse aggravanti, alla ex 35mila euro di risarcimento

Il tribunale di Milano ha escluso per Leonardo Caffo due delle tre aggravanti contestate (una dal reato di maltrattamenti sulla ex compagna dal 2020 al 2022 e l’altra per le lesioni) e condannato il filosofo siciliano, residente a Torino, all’interdizione dai pubblici uffici e al risarcimento del danno patrimoniale e non alla ex compagna da liquidarsi in sede civile e con una provvisionale di 35mila euro oltre alle spese processuali. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.

“Controllo ossessivo e maniacale”

In particolare Leonardo Caffo è stato accusato per la “sistematica e continuativa attività di prevaricazione” nella coppia, dove sarebbero volati pesanti insulti, percosse e violenze fisiche tali da allarmare i vicini di casa, comportamenti di “controllo ossessivo e maniacale”, minacce “con frequenza settimanale”, lanci di oggetti. Episodi che secondo l’accusa sarebbero sfociati nelle lesioni dell’estate 2020 quando Caffo avrebbe afferrato “violentemente la mano destra” della compagna e “contorcendogliela”. Il 36enne, presente in aula alla lettura del dispositivo con i suoi avvocati Filippo Corbetta e Romana Perin, ha sempre riconosciuto il rapporto di coppia complicato con la convivente ma a processo ha negato ogni accusa. Ha sostenuto, anche nelle chat poi depositate dai suoi difensori in cui parla con il padre della ex compagna, che la ragazza dicesse “delle bugie” e di essere “molto preoccupato” perché lo “voleva allontanare da casa e che si separassero”.

L’invito di Chiara Valerio alla kermesse e le polemiche

Il filosofo di Catania di recente è finito al centro delle polemiche per essere stato invitato dalla scrittrice Chiara Valerio alla kermesse ‘Più libri più liberi’, andata in scena a Roma dal 4 all’8 dicembre e dedicata a Giulia Cecchettin. “Chi non è condannato in via definitiva ha il diritto costituzionale di parlare. La questione è questa. Bisogna mantenere degli spazi pubblici dove si può discutere. Ad oggi Caffo è innocente”, aveva detto Valerio durante un collegamento con il programma ‘Propaganda Live’, andato in onda su La7. Alla fine l’organizzazione dell’evento decise di ritirare l’invito. 

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