Giorgio Pannuzzo, speleologo, ha descritto il contesto della spedizione durante la quale Ottavia Piana è rimasta bloccata nell’Abisso Bueno Fonteno per 80 ore: “L’avventura per noi fa parte del gioco, ma non siamo quelli che cercano l’avventura, quelli che sanno sopravvivere ai grandi rischi. Non fa parte proprio del nostro concetto. Noi dobbiamo rispettare dei protocolli per ridurli il più possibile”. 

“In quel preciso momento stavamo facendo la mappatura di nuove diramazioni prima sconosciute. In quelle ore avevamo trovato nuovi ambienti, circa due chilometri di gallerie in una sola giornata, un risultato scientifico incredibile. Non vedevamo l’ora di festeggiare, ma poi è successo quello che è successo”, ha raccontato Pannuzzo a La Presse.

Riguardo alle critiche ricevute sui social durante le operazioni di salvataggio, Pannuzzo ha risposto con amarezza: “È meglio che non dico niente, direi solo insulti. Sono persone inqualificabili che non sanno di cosa parlano”. Il valore delle esplorazioni speleologiche va oltre il senso dell’avventura. “Le nostre ricerche spaziano dalla scoperta di ambienti sconosciuti fino a studi utili alla società, come l’analisi dei circuiti idrici sotterranei. Questi studi sono cruciali per capire i rischi di inquinamento legati ai percorsi dell’acqua all’interno di una montagna”, ha concluso.

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