Martina venne uccisa con un colpo di pistola dopo una lite in un ristorante a Roma
I giudici della prima Corte d’Assise di Roma hanno condannato alla pena dell’ergastolo, Costantino Bonaiuti, per l’omicidio della sua ex, Martina Scialdone. L’avvocatessa di 35 anni, al culmine di un violento litigio scoppiato in un ristorante nel quartiere Tuscolano nel gennaio 2023, venne assassinata con un colpo di pistola che Bonaiuti sparò a distanza ravvicinata. L’uomo, un ingegnere dipendente dell’Enav di 61 anni, venne arrestato poche ore dopo dalla polizia della questura di Roma. L’arma del delitto, una rivoltella detenuta regolarmente con un porto d’armi per uso sportivo, venne sequestrata dagli agenti. Nella scorsa udienza, la pm della Procura della Repubblica di Roma, Barbara Trotta, aveva chiesto l’ergastolo per l’imputato, accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi futili e abietti rappresentati dalla gelosia e dall’aver agito contro una persona a cui era legato da una relazione affettiva. “Dalle indagini” – aveva spiegato la pubblica accusa durante la requisitoria – “emerse che Bonaiuti seguiva gli spostamenti di Martina Scialdone, con un dispositivo Gps installato sul cellulare a sua insaputa per controllare i suoi spostamenti e la sua posizione”. Costituite nel processo, come parti civili, la madre, la sorella della vittima e l’associazione ‘Insieme a Mariana’.
“Oggi non ci sono stati né vinti né vincitori, l’unica che ha perso è stata mia figlia che non c’è più. Mia figlia non c’è più e lei non potrà più vedere la luce del giorno”, ha detto la madre di Martina Scialdone, che ha aggiunto: “C’è la sofferenza di tante famiglie, oltre alla mia, io comunque mi metto anche nei panni di quelli dell’assassino che passeranno dei brutti momenti. Ma non è che questa cosa mi renda felice”.
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