L'ordinanza riguarda Chiaia, Vomero, Decumani e Stazione Garibaldi. Intanto è polemica sulla direttiva di Piantedosi
A Capodanno quattro zone rosse a Napoli. E’ quanto prevede l’ordinanza firmata oggi dal prefetto di Napoli, Michele Di Bari, e che riguarda le aree considerate più a rischio di proliferazione di forme di illegalità diffusa o di criminalità. Le aree individuate sono nelle zone Chiaia, Vomero, Decumani e Stazione Garibaldi. Il provvedimento avrà durata di 3 mesi decorrenti da oggi e prevede “il divieto di stazionamento nelle predette zone per i soggetti che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti – determinando un pericolo concreto per la sicurezza pubblica tale da ostacolare la libera e piena fruibilità di quelle aree – e risultino già destinatari di segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per reati in materia di stupefacenti, reati contro la persona, reati predatori, invasioni di terreni o edifici, detenzione abusiva di armi, porto abusivo di armi, porto di armi e/o oggetti atti ad offendere”. Ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha inviato una direttiva ai prefetti per sottolineare “l’importanza di individuare, con apposite ordinanze, aree urbane dove vietare la presenza di soggetti pericolosi o con precedenti penali e poterne quindi disporre l’allontanamento”.
Intensificati i controlli per Capodanno
Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto Michele di Bari, si è riunito questa mattina in prefettura in vista dei festeggiamenti di fine anno. Alla riunione hanno partecipato l’assessore alla Polizia municipale e alla Legalità del Comune di Napoli, Antonio De Iesu, il questore Maurizio Agricola, il comandante provinciale dei Carabinieri Biagio Storniolo, il comandante della Polizia locale di Napoli Ciro Esposito e i rappresentanti del Comando provinciale delle Guardia di Finanza e dell’Esercito italiano.
Sono state analizzate le diverse misure adottate al fine di consentire l’ordinato svolgimento delle manifestazioni di fine anno, che comporteranno una maggiore affluenza di persone nei luoghi pubblici. In particolare, è stata disposta l’intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine con il coinvolgimento della Polizia locale nelle zone urbane con maggiore concentrazione di esercizi commerciali e in quelle dove, solitamente, si riscontra un movimento di persone più elevato, i cosiddetti ‘baretti’ di Chiaia, il quartiere Vomero e il centro storico, aree nelle quali il prefetto ha disposto l’istituzione delle ‘zone rosse’ insieme a quella a ridosso della stazione ferroviaria di piazza Garibaldi.
È stata pianificata, inoltre, l’intensificazione dei servizi di controllo presso gli scali portuali, aeroportuali, ferroviari e nelle zone particolarmente a rischio, al fine della prevenzione e del contrasto di eventi criminosi.
Limitazioni al traffico
Il Comune di Napoli ha predisposto appositi dispositivi di limitazione del traffico veicolare dalle ore 18 di oggi, martedì 31 dicembre, fino a cessate esigenze del 1° gennaio 2025, nelle aree interessate dai concerti e dalle manifestazioni pirotecniche programmate, quali il Lungomare e il centro cittadino per assicurare il flusso e il deflusso dei veicoli nonché per garantire il passaggio dei mezzi di soccorso. È stata inoltre adottata un’ordinanza che dispone il divieto di vendita di bevande in bottiglia, lattine, contenitori di vetro, plastica rigida, tetrapack o qualsiasi altro materiale rigido, consentendone la commercializzazione solo in bicchieri di plastica leggera o carta, nelle vie maggiormente interessate dal fenomeno della movida (Chiaia-baretti, centro storico, quartieri Spagnoli e Vomero).
È inoltre vietata da apposita ordinanza sindacale la vendita e il possesso di spray o dispositivi nebulizzatori contenenti oleoresin capsicum introdurre e far esplodere fuochi artificiali, petardi, botti, razzi e simili artifici pirotecnici e in genere artifici contenenti miscele detonanti ed esplodenti nelle aree di piazza del Plebiscito, del Lungomare di via Caracciolo e via Parthenope. Peraltro il regolamento comunale già prevede il divieto dell’accensione di fuochi artificiali sulla pubblica via.
Infine nei giorni scorsi è stato completato il posizionamento di dissuasori e new jersey nelle zone del capoluogo maggiormente attrattive sotto il profilo turistico e commerciale. Le predette strutture sono state collocate dal Comune di Napoli nelle aree di accesso ai luoghi più frequentati e di maggiore aggregazione dei cittadini nonché di quelle destinate ad ospitare eventi. Tali misure rafforzano i dispositivi già in atto per le festività natalizie.
Magistratura democratica contro le zone rosse
Le istituzioni delle zone rosse, intanto, alimenta polemiche. Magistratura democratica “condivide le preoccupazioni espresse dalla Camera penale di Milano nel documento del 30 dicembre 2024, relativamente al provvedimento del 27 dicembre scorso, con il quale il Prefetto di Milano ha istituito zone rosse al fine di fronteggiare ‘la presenza di soggetti molesti e aggressivi, dediti alla commissione di reati e non in regola con la normativa in materia di immigrazione, tale da incidere negativamente sulla percezione di sicurezza dei cittadini e dei turisti che fruiranno di quelle aree’. Analoghi provvedimenti amministrativi sono stati emanati in molte città da altri prefetti su direttiva del ministro dell’Interno. Come giuristi non possiamo che richiamare, da un lato, il disposto dell’articolo 16 della Costituzione, secondo il quale ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza, mentre nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche; e, dall’altro lato, il disposto dell’articolo 13 della Costituzione, secondo il quale non è ammessa nessuna forma di restrizione della libertà personale se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria”.
“Il divieto di accedere a determinate zone della città e l’allontanamento forzoso, in caso di violazione del divieto, sono rivolti ai soggetti che assumano atteggiamenti aggressivi e minacciosi, ma anche semplicemente ‘molesti’, i quali risultino destinatari di mere ‘segnalazioni’ all’Autorità giudiziaria per un’amplissima categoria di reati (contro il patrimonio, contro la persona, in materia di stupefacenti, danneggiamento, porto di oggetti atti a offendere e altri) e comunque ostacolino la piena fruibilità delle infrastrutture del trasporto e delle aree urbane individuate. Si tratta – sottolineano – di evidenti compromissioni della libertà di circolazione e della libertà personale, adottate in forza di un’ordinanza prefettizia ed eseguite a discrezione delle forze di polizia nell’individuarne i destinatari, con espresso pregiudizio verso le persone migranti, in palese violazione delle riserve di legge e di giurisdizione costituzionalmente garantite a presidio delle libertà fondamentali. Non solo. La giustificazione del provvedimento con ragioni che attengono alla ‘percezione di sicurezza dei cittadini e dei turisti’ nei confronti di persone ‘non in regola con la normativa in materia di immigrazione’ sembra alludere proprio a una giustificazione politica del provvedimento, visto che non si fa riferimento a fatti di reato né ad autori di reato ma a meri sospetti, a dispetto del chiarissimo dettato costituzionale secondo il quale, vale la pena ribadirlo ancora, nessuna restrizione degli spazi di libertà può essere determinata da ragioni politiche”.
Per Magistratura Democratica “preoccupa inoltre la tendenza ad acuire, anche per via istituzionale (quando le istituzioni dovrebbero invece cercare di porvi rimedio) le diseguaglianze del tessuto urbano, sempre più spaccato in zone di serie A, riservate a cittadini e turisti benestanti, e zone di serie B, lontane dalle luci del centro e verso le quali ‘i disturbatori’ saranno verosimilmente allontanati, così esasperando le criticità delle zone già problematiche della città, che invece avrebbero più bisogno di politiche istituzionali di sostegno, integrazione e ricomposizione dei conflitti, per la sicurezza – quella vera, non quella ‘percepita’ – di tutti”.
La replica di Gasparri
Non si è fatta attendere la replica di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia: “Magistratura Democratica è un problema serio per il Paese. Si preoccupa ora pure delle zone rosse. Ovvero contrastano la politica di sicurezza attuata dalle Forze dell’ordine e dai Prefetti. Magistratura democratica del resto è sempre stata dalla parte sbagliata. Recentemente ha celebrato i suoi sessant’anni chiamando come relatore Landini, segretario della Cgil, che incita alla rivolta sociale”, dice Gasparri.
“È una vergogna -aggiunge- quello che dice e che fa Magistratura democratica da decenni. Leggiamo gli scritti e le dichiarazioni dei suoi esponenti. E ricordiamo a quelli che hanno perfino congiunti in organizzazioni istituzionali, che non possono dare lezione a niente ed a nessuno. Conosciamo la storia di questo movimento e dei suoi esponenti. Leggiamo gli articoli dei vari Patronaggio e di quanti vanno contro i principi fondamentali. La presenza di Magistratura democratica rattrista e peggiora il panorama italiano. Ma la democrazia resiste salda e forte nella difesa dei principi della legalità. Per Magistratura democratica l’unica zona rossa che dovrebbe esistere è quella loro, per i reduci marxisti-leninisti fuori dal tempo e dalla storia, pronti a impartire lezioni quando invece dovrebbero frequentare qualche corso di recupero per imparare i principi fondamentali della legalità, della sicurezza e della democrazia. Magistratura democratica usa tutti i giorni dell’anno per vivere nell’errore“.
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