Anche dal dipartimento Usa arriva la richiesta ai giudici d'appello di Milano: 'Deve rimanere in carcere, è pericoloso'
Il procuratore generale di Milano ha trasmesso alla Corte d’Appello “parere negativo” sulla richiesta della difesa di Mohammed Adedini Najafabadi, il cittadino iraniano arrestato lo scorso 16 dicembre a Malpensa su richiesta degli Stati Uniti. É quanto si legge in una nota della Procura generale. Nel testo si legge che “si ritiene che le circostanze rappresentate nella richiesta, in particolare la messa a disposizione di un appartamento e il sostegno economico da parte del Consolato dell’Iran unitamente a eventuali divieto di espatrio e obbligo di firma non costituiscano una idonea garanzia per contrastare il pericolo di fuga del cittadino iraniano di cui gli Usa hanno chiesto l’estradizione”. In merito alle accuse mosse dagli Stati Uniti, i giudici di Milano, si riservano “una approfondita e completa valutazione degli atti che verranno trasmessi alle autorità” statunitensi.
Inquirenti americani a giudici appello Milano, ‘Abedini è pericoloso’
“Mohammad Abedini Najafabadi è un soggetto pericolo e deve rimanere in carcere”. Lo scrivono gli inquirenti del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ai giudici della quinta sezione penale della corte d’Appello di Milano che la prossima settimana dovranno decidere sull’arresto (e sull’eventuale estradizione negli Usa) del cittadino iraniano arrestato all’aeroporto milanese di Malpensa il 16 dicembre del 2024, tre giorni prima dell’arresto di Cecilia Sala a Teheran. Domani invece invece il pg dell’Appello dovrà esprimere il suo parere. Gli Stati Uniti hanno chiesto all’autorità giudiziaria italiana l’estradizione di Abedini, accusato di cospirazione in quanto avrebbe esportato dagli Stati Uniti all’Iran alcuni componenti elettronici violando così le leggi americane che regolano le esportazioni e aggirando le sanzioni internazionali che pesano sull’Iran. Dopo essere stato tradotto in tre diversi penitenziari, la procura di Milano ha aperto un fascicolo senza indagati e ipotesi di reato per verificare e chiarire le modalità con cui la polizia di frontiera di Malpensa e della sezione antiterrorismo della Digos della questura di Milano ha eseguito l’arresto. Per l’accusa di aver passato informazioni strategiche ai Pasdaran, ad Abedini sono stati sequestrati anche i cellulari e i dispositivi informatici in suo possesso. Raggiunto telefonicamente dall’agenzia LaPresse, l’avvocato difensore di Abedini, Alfredo de Francesco, ha spiegato che la richiesta di attenuazione della misura riguardava il pericolo di fuga. Per i reati di cui è accusato Abedini, non è prevista la pena di morte negli Stati Uniti.
Ambasciata Teheran a Roma: “Abedini detenuto ingiustamente”
“Il cittadino iraniano Mohammad Abedini, è detenuto nel carcere di Milano con false accuse“. E’ quanto ha detto l’ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, al Segretario generale del ministero degli Esteri, Riccardo Guariglia, nel corso di un incontro avvenuto oggi alla Farnesina. Lo si legge sul profilo X dell’ambasciata iraniana a Roma. “Ci si aspetta dal governo italiano, che oltre ad accelerare la liberazione del cittadino iraniano detenuto vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno”, viene spiegato ancora.
Questa mattina, giovedì
2 gennaio 2025, S. E. Sig. #Mohammadreza_Sabouri, Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’#Iran a Roma, su invito del Sig. #Riccardo_Guariglia Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri Affari d’Italia, ha avuto con lui un incontro presso…— Ambasciata della R I dell’Iran-Roma (@iraninitaly) January 2, 2025
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