Dopo 13 anni dall’omicidio di Edoardo Sforna, il giovane di 18 anni ucciso a Roma, nel quartiere di Morena la notte del 23 agosto 2011, la procura della Repubblica di Roma, secondo quanto apprende LaPresse, ha riaperto il caso dopo le dichiarazioni di un pentito sulla cui identità gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Gli investigatori stanno valutando la posizione di alcuni personaggi gravitanti nel mondo della malavita attiva nella periferia sud est della Capitale. Secondo le testimonianze acquisite subito dopo l’esecuzione, un sicario in sella a uno scooter sparò e uccise Edoardo Sforna davanti a una pizzeria nella zona dei “Centroni“, dove il giovane lavorava come fattorino e nel tempo libero prestava servizio come volontario alla “Croce Rossa”.
Dopo i tentativi dei medici di salvargli la vita, Sforna soprannominato “Dodo“, morì alle prime luci dell’alba del giorno seguente. Le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Frascati ipotizzarono, come movente del delitto, uno scambio di persona, ma nessuna pista investigativa aveva portato fino ad ora alla risoluzione del caso. Il sicario che lo uccise sulla rampa dei gradini del centro commerciale di via Frascineto a Casal Morena, sparò quattro colpi uno dei quali si conficcò nel torace della vittima; secondo alcuni testimoni oculari aveva un ciuffo biondo che usciva dalla visiera. Ora le indagini, coordinate dal pm Edoardo De Santis, sono ripartite con prospettive promettenti. Già nel 2023 dopo il ferimento a colpi di pistola di due giovani pusher a Morena, il nome di uno degli aggressori era già emerso, insieme a quello del padre, proprio durante le prime indagini sull’omicidio Sforna. Ad agosto del 2023, Antonio e Marina Sforna, i genitori di Edoardo, durante un’intervista a LaPresse, avevano lanciato un appello affinché venissero riparte le indagini.