Sotto la lente della magistratura la frazione di Madonna di Campiglio del Giro d'Italia 1999
La procura di Trento ha chiesto documentazioni e fascicoli alle procure che nel tempo hanno indagato sul caso Pantani. Lo apprende LaPresse. Tra gli atti richiesti dalla magistratura di Trento anche le dichiarazioni rese a suo tempo e a più riprese ai carabinieri dall’ex capo clan camorristico di Mondragone, poi divenuto collaboratore di giustizia, secondo cui “se Pantani vinceva il Giro avrebbe buttato in mezzo alla via quelli che gestivano le scommesse“.
Sotto la lente della magistratura la frazione di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia 1999. Il Pirata, a due tappe dal termine, era saldamente in testa alla classifica con quasi 6 minuti di vantaggio. Ma la mattina del 5 giugno di 26 anni fa i controlli anti-doping positivi, su cui c’è il sospetto della “manipolazione” ad opera della camorra, lo misero fuori gioco. “
Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista” è l’ipotesi di reato, per ora senza indagati, su cui indaga la pm Patrizia Foiero che, secondo quanto apprende LaPresse, ha già ascoltato 12 persone informate sui fatti.
Legali famiglia Pantani: “Su lavoro pm Trento rispettoso silenzio”
“Prendo nuovamente nota di quanto reso di pubblico dominio a proposito del procedimento sul cosiddetto ‘Caso Pantani-Madonna di Campiglio’ che, anche in forza delle nostre memorie difensive e riconnesse istanze istruttorie, la procura presso il tribunale di Trento ha deciso di instaurare. Sono dell’avviso che quando un ufficio giudiziario, com’è in questo caso la procura di Trento, dimostra nei fatti di svolgere diligentemente e compiutamente la propria funzione e il proprio lavoro, la migliore forma di apprezzamento e condivisione sia un rispettoso silenzio“.
Così gli avvocati Fiorenzo ed Alberto Alessi che assistono i genitori di Marco Pantani, Tonina e Paolo, in relazione alla notizia diffusa da LaPresse sulla decisione della procura di Trento di acquisire documentazioni e fascicoli dalle procure che nel tempo hanno indagato sulla morte di Marco Pantani.
Tra gli atti richiesti dalla magistratura di Trento anche le dichiarazioni rese a suo tempo e a più riprese ai carabinieri dall’ex capo clan camorristico di Mondragone, poi divenuto collaboratore di giustizia, secondo cui “se Pantani vinceva il Giro avrebbe buttato in mezzo alla via quelli che gestivano le scommesse”. Sotto la lente della magistratura la frazione di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia 1999.
Il Pirata, a due tappe dal termine, era saldamente in testa alla classifica con quasi sei minuti di vantaggio. Ma la mattina del 5 giugno di 26 anni fa i controlli anti-doping positivi, su cui c’è il sospetto della “manipolazione” ad opera della camorra, lo misero fuori gioco.
“Reputo infatti che lavorare silenti, con scrupolo ed attenzione, sia ancora un pregevole tratto distintivo della funzione del magistrato, soprattutto di quello inquirente – hanno aggiunto i legali -. Ribadiamo, anche da parte dei signori Pantani, il nostro impegno affinché l’autorità giudiziaria possa avvalorare parole indelebili dello stesso compianto ‘Pirata’: ‘A Madonna di Campiglio mi hanno fregato’. Buon lavoro ai magistrati e alla polizia giudiziaria impegnata nelle indagini”.
“Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista” è l’ipotesi di reato, per ora senza indagati, su cui indaga la pm Patrizia Foiero che, secondo quanto apprende LaPresse, ha già ascoltato 12 persone informate sui fatti.
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