Lo scorso agosto erano state arrestate sei persone, tra cui il religioso committente del delitto, Nicola Gildi

Nuovi arresti per la vicenda della rapina commissionata da un frate per coprire abusi sessuali. I carabinieri della stazione di Afragola hanno dato esecuzione giovedì a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli, che dispone il carcere per una persona e i domiciliari per altri due soggetti, tutti ritenuti responsabili di rapina aggravata in concorso. I fatti risalgono ad aprile 2024, quando alcune persone, con il volto travisato e armati di mazze e coltelli, avevano fatto irruzione nelle abitazioni di due uomini, sfondando la porta di ingresso, ma alla fine avevano portato via solo due cellulari. Un bottino da poco, tenuto conto delle modalità, e quindi una rapina “anomala”, che ha finito per sollevare il velo da una storia di abusi sessuali sotto ricatto: le indagini degli inquirenti hanno rivelato che in quei telefoni erano nascosti video, foto e chat ‘compromettenti’ a sfondo sessuale che riguardavano dei frati. E che la rapina era stata commissionata da Nicola Gildi, frate del Convento di Santa Maria Occorrevole di Piedimonte Matese (anche se i fatti erano relativi al periodo in cui svolgeva le sue funzioni nella Basilica di Sant’Antonio da Padova ad Afragola, in provincia di Napoli). Dopo l’arresto, nell’agosto scorso, di sei persone – tra cui due frati – le indagini della Procura di Napoli Nord sono andate avanti per rintracciare gli altri presunti responsabili

I ricatti e gli abusi sessuali

Secondo quanto accertato dalle indagini, le due vittime della rapina erano sotto ricatto da parte dei due frati arrestati: avrebbero dovuto subire prestazioni sessuali oppure sarebbero stati ‘sospesi’ gli aiuti economici che venivano loro garantiti dai religiosi, per i quali i Frati minori hanno già avviato la procedura canonica. Dopo alcune reticenze i due uomini hanno raccontato ai carabinieri quanto avevano subito. Una delle vittime ha raccontato di aver conosciuto frate Gildi in una chat per incontri, ‘Ciao Amigos’. È stato lui a riferire agli inquirenti che dopo aver conosciuto Gildi, che all’epoca era in servizio presso la Chiesa di Sant’Antonio di Teano, avevano iniziato ad avere dei rapporti sessuali in cambio di generi alimentari, sigarette e altra assistenza. Soprattutto, il giovane ha raccontato che il frate aveva anche chiesto di presentargli altri ragazzi disposti ad avere rapporti sessuali. Era la vittima a pagare di tasca propria quegli incontri sessuali e a partecipare alle orge altrimenti il frate non lo avrebbe più aiutato. “Mi ricattava”, mette la vittima a verbale nel corso della denuncia. Quando nel 2019 il prete fu trasferito in una diversa chiesa, la Basilica di Sant’Antonio, decise di portare con sé le due vittime. È in questo contesto che maturano le richieste sempre più pressanti, coinvolgendo anche il secondo religioso, padre Domenico Silvestro. Ad aprile, quando il colpo era stato messo a segno, Gildi aveva ringraziato uno dei rapinatori: “Ti ringrazio per questo tuo impegno nei confronti dei frati”, “ti assicuro la mia preghiera per te e per la tua famiglia. Un abbraccio e una benedizione”.

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