Un uomo di 64 anni, Edoardo Borghini, è in stato di fermo con l’accusa di aver ucciso il figlio, Nicolò, con un fucile domenica sera al termine di una lite nella loro abitazione di Ornavasso in via Conciliazione nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. La vittima, un 34enne che abitava con il padre, sarebbe stata uccisa con colpi d’arma da fuoco di un fucile legalmente detenuto dall’uomo che si trova ancora in caserma dai carabinieri per essere interrogato dal pm di turno. Verrà trasferito in carcere. In corso indagini per ricostruire il movente dell’omicidio. A chiamare i carabinieri di Premosello è stato proprio il padre, poco dopo l’omicidio.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri la vittima avrebbe picchiato i genitori in “modo violento” prima di essere stato ucciso. Domenica sera sarebbe nata una lite accesa tra i genitori e il figlio, il quale avrebbe iniziato ad alzare le mani su di loro. Al culmine della discussione il 64enne ha sparato al figlio un colpo di fucile, legalmente detenuto, uccidendolo. Subito dopo ha chiamato i carabinieri dicendo cosa era successo e chiedendo il loro intervento.
All’arrivo i carabinieri del Radiomobile di Verbania e della Stazione di Premosello Chiovenda, hanno constatato quanto dichiarato dall’uomo, identificando i presenti e isolando la scena del crimine. Quasi contemporaneamente è giunta un’ambulanza, chiamata dai carabinieri: il personale sanitario ha constatato il decesso del giovane e stilato un primo referto ai genitori che avevano subìto le percosse dal figlio. I rilievi tecnici sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Verbania e, al termine delle attività tecniche sia l’arma utilizzata, un fucile da caccia cal. 12, che l’appartamento sono stati posti sotto sequestro per i successivi accertamenti disposti dalla pm di turno, Laura Carrera.
Non ci sarebbero problemi di droga alla base della lite sfociata nella morte di Nicolò Borghini. Dalle prime indicazioni infatti emerge che la vittima non era tossicodipendente.