La ex segretaria comunale accusava l'allora sindaca di mobbing, diffamazione, violenze in relazione a un concorso pubblico

La procura di Verbania ha chiesto l’archiviazione per le ipotesi di reato contestate all’ex sindaca Silvia Marchionini sul caso Mollia, finito anche al centro delle cronache perché analizzato dalla trasmissione tv Le Iene. La richiesta di archiviazione risale a fine dicembre: le accuse erano a vario titolo di violenza privata e mobbing da parte della sindaca nei confronti di Mollia, oltre all’accusa di tentata turbativa degli incanti in relazione a un concorso pubblico. Chiesta l’archiviazione anche per la vice di Marchionini, Franzetti.

Antonella Mollia era segretaria comunale a Verbania, incarico che le fu revocato verso la fine del mandato di Marchionini. L’accusa mossa a Marchionini da un ‘whistleblower’ era quella di aver fatto pressioni per ‘pilotare’ un concorso pubblico: il procedimento era partito in modo autonomo, prima delle denunce di Mollia. Che poi, quando ha denunciato per mobbing la sindaca, aveva dichiarato che essendosi rifiutata di cedere a presunte pressioni di Marchioni per quel concorso, era stata oggetto di mobbing e persecuzioni (e infine licenziata).

L’Anac aveva chiesto il riesame della decisione della giunta che ‘cacciava’ Mollia, ma Marchionini aveva tirato dritto. A querelare la sindaca era stata anche la partecipante al concorso pubblico che si era sentita ‘perseguitata’ per via delle presunte pressioni della sindaca (la persona in questione ha vinto il concorso ma si è detta ‘perseguitata’ dalla sindaca e dopo pochi mesi ha lasciato l’incarico).

Secondo la procuratrice Olimpia Bossi, nel frattempo passata alla procura generale di Milano, si poteva al massimo ravvisare un abuso d’ufficio, reato che però è stato abrogato. Si legge nella richiesta di archiviazione che le sue condotte “potrebbero o per meglio dire avrebbero potuto integrare il reato di abuso d’ufficio, fattispecie che, tuttavia, come è noto, è stata recentemente abrogata” “confinando quindi simili fatti nell’area dell’irrilevanza penale”.

Si dice addirittura che sarebbero stati i suoi comportamenti successivi (di Mollia) “quali ad esempio interviste a organi di stampa e televisivi, dichiarazioni sui social network…)” a “contribuire a creare quel clima di reciproca diffidenza e conflittualità” che ha portato alla rottura del rapporto.

Per questi motivi, l’avvocata di Mollia, Paola Zanoia, si è opposta alla richiesta di archiviazione, definita “infondata ingiustificata e illegittima”, chiedendo al gip di ordinare nuove indagini. L’avvocata denuncia il fatto che “non è stata sentita la persona offesa, non sono stati sentiti i testimoni indicati, non sono stati sentiti i protagonisti dei vari episodi narrati, tutti ampiamente informati sui fatti” e chiede dunque alla procura di fare nuove indagini.

“In particolare: si chiede che al Pubblico Ministero venga indicato di svolgere un’investigazione suppletiva anche attraverso l’acquisizione e la valutazione dei
documenti prodotti, l’audizione dei testi indicati sulle riferite circostanze; l’audizione della persona offesa” si legge nella richiesta di opposizione.

Marchionini: “Grazie a chi mi ha sostenuta”

“Sono contenta dell’esito sia per me che per la vicesindaca, ho sempre avuto fiducia nella magistratura, che doveva svolgere le giuste indagini, ringrazio la mia avvocata, gli amici in politica, i dipendenti comunali e i cittadini che mi sono stati accanto”, dice a LaPresse Silvia Marchionini. “Per me è la quiete dopo la tempesta mediatica indubbiamente costruita, credo che chi ha usato questa vicenda per eliminare un personaggio dalla politica verbanese avrà qualcosa su cui riflettere quando mi incontrerà”, conclude Marchionini. In merito al fatto che nella richiesta di archiviazione si parla di un possibile abuso d’ufficio, reato però ora abrogato, Marchionini si limita a rispondere che “ai tempi il reato c’era”, ma non le è mai stato contestato.

 

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