Parla il regista del documentario che ha scatenato l'odio social nei confronti della senatrice a vita
“Noi siamo più degli odiatori, ma loro fanno rumore. Queste persone guardino il film, magari imparano qualcosa, bisogna imparare la storia”. Lo dice a LaPresse Ruggero Gabbai, regista di ‘Liliana’, il film che ha scatenato l’odio social nei confronti della senatrice a vita, internata ad Auschwitz e sopravvissuta allo sterminio. “Non mi aspettavo questo odio – afferma Gabbai -. Parliamo di un film su una grande italiana, una persona che ha sofferto, ha visto l’abisso ed è tornata per testimoniare, per raccontare, e in qualche modo rinascere, anche se credo che da un posto come Auschwitz non si esca mai del tutto“.
“Segre non indietreggia su Costituzione e diritti”
“Si sta un po’ sdoganando anche il fascismo con questo governo mentre la situazione in Medioriente fa venire fuori antisemitismo e malafede, capovolgendo le prospettive”, sottolinea. “Liliana Segre lascia l’idea di non indietreggiare né rispetto alla Costituzione repubblicana né rispetto ai diritti. Come ha detto anche nel film, lei mi ha detto: ‘Io non scappo’”. Segre, ricorda il regista, “ha preso parte alla presentazione del film al Festival del Cinema di Roma e sarà alla comunità di Sant’Egidio”.
“Assenza Segre a proiezioni film è protesta anche politica”
“L’ho sentita ieri, non le piace quello che accade, lei che è una sopravvissuta ad Auschwitz. È vergognoso che abbia la scorta“, afferma. “Se è questo che suscita quel film, è giusto che lei abbia deciso di astenersi dal presenziare alla proiezioni, la sua assenza è una protesta anche politica“, conclude.
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