La piccola fu ricordata dallo scrittore torinese nel suo 'Se questo è un uomo'

È intitolata a Emilia Amalia Levi, la bambina del treno della morte citata da Primo Levi ne libro ‘Se questo è un uomo’, una delle 26 nuove pietre d’inciampo posate a Milano in occasione del Giorno della memoria che si celebra il 27 gennaio. Insieme con la piccola di 5 anni sono stati ricordati il padre Aldo, che era capo dei Servizi elettrici al Comune di Milano, la madre Elena Viterbo e i fratello Italo.

Il ricordo della sorella Paolo Vita Finzi

Le pietre sono state posate in via Donatello, davanti all’ultima abitazione della famiglia prima dell’arresto e della deportazione ad Auschwitz, dove morirono tutti. “Con i Levi eravamo molto amici, i nostri padri erano entrambi ingegneri e le madri entrambe torinesi. Italo aveva la stessa età di mia sorella, abitavamo vicino per cui eravamo proprio amici d’infanzia. Per noi averli persi dopo la guerra è stato un grande dolore”, ha raccontato durante la cerimonia Paola Vita Finzi, che con la sua famiglia riuscì a fuggire in Svizzera salvandosi dai campi di sterminio.

Emilia Levi è stata citata nel libro Se questo è un uomo di Primo Levi, milioni di persone hanno letto quel libro e quindi hanno saputo di lei”, ha aggiunto la 92enne, che ha anche mostrato una foto di lei bambina insieme con Italo e con la signora Levi. “Questa è per tutti noi una giornata molto importante, che coinvolge diverse parti attive della città, le associazioni, i municipi e soprattutto le scuole – ha detto la presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi – Nella loro partecipazione, nella consapevolezza che l’opera delle Pietre d’inciampo trasferisce loro e in chi vi si imbatte, vanno riposte le basi civiche, storiche e le speranze di una società che deve essere ancora oggi più giusta e democratica. Le Pietre raccontano le deportazioni razziali e politiche di donne, uomini e bambini ad opera dei fascisti italiani e dei nazisti. Ogni pietra posata è un tentativo ideale di riportare a casa queste persone”.

All’evento ha preso parte una classe della scuola elementare Leonardo da Vinci, la stessa frequentata all’epoca da Italo Levi. Presente anche la presidente del Comitato Pietre d’Inciampo di Copenaghen, Henriette Harris.

la storia di Alfredo, morto a 9 anni ad Auschwitz

 

Tra le pietre posate oggi, particolarmente significativa è quella dedicata ad Alfredo Winter, un bambino di soli 9 anni. Alfredo fu prelevato insieme alla madre, Meta Marie Kuh, e alla nonna, Karoline Meyer, dall’appartamento di via San Felice 12, in zona Porta Vittoria. Tutti furono deportati dai nazisti ad Auschwitz, da cui nessuno fece ritorno.

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