Il software avrebbe ‘spiato’ attivisti e giornalisti

Paragon Solutions, il cui software di hacking di livello militare sarebbe stato utilizzato per spiare oltre 90 persone, tra cui giornalisti e membri della società civile di decine di Paesi, ha interrotto il suo rapporto di clientela con l’Italia. Lo rivela al ‘Guardian’ una persona a conoscenza della questione. La decisione di porre fine al contratto con l’Italia è stata presa in seguito alle rivelazioni secondo cui Luca Casarini, capomissione e tra i fondatori di ‘Mediterranea’, e il direttore di ‘Fanpage’ Francesco Cancellato sono state prese di mira dallo spyware. La persona a conoscenza della questione, che ha parlato con il Guardian a condizione di anonimato, ha aggiunto che Paragon aveva “per eccesso di cautela” inizialmente sospeso il contratto con l’Italia quando è emersa la prima accusa di potenziali usi impropri dello spyware venerdì scorso. La decisione di rescindere completamente il contratto è stata presa ieri dopo che Paragon ha stabilito che l’Italia aveva violato i termini di servizio e il quadro etico concordato ai sensi del contratto Paragon. 

Fratoianni (Avs): “Ancora omissioni e reticenze, Meloni venga in Aula”

“Ieri sera Palazzo Chigi dopo che per l’intera giornata le opposizioni avevano chiesto chiarezza ha diffuso una nota in cui negava ogni responsabilità nella vicenda dello spionaggio di giornalisti ed attivisti Ong con uno spyware della Paragon. Oggi da autorevoli fonti della stampa internazionale veniamo però a sapere che la ditta israeliana proprio ieri – che coincidenza – ha rescisso il contratto con le autorità italiane perché non sarebbero stati rispettati i limiti etici. Palazzo Chigi ieri sera aveva omesso di scrivere tutto ciò. Ma pensano davvero che siamo fessi?”. Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.”Il governo Meloni, come già chiesto dalle opposizioni, deve venire a dire tutta verità nelle aule del Parlamento, – conclude Fratoianni – altre soluzioni minori come il ricorso al Copasir o ulteriori inganni non sono né sufficienti né accettabili”.

Ruotolo (Pd): “Guardian smentisce Governo, commissione Ue indaghi”

“Preoccupano le notizie riportate oggi dal giornale inglese ‘The Guardian’ che smentisce il governo italiano sull’uso del software di spionaggio a danno di giornalisti e attivisti italiani e sostiene che l’esecutivo italiano avrebbe utilizzato lo spyware violando il contratto con l’azienda israeliana, mentendo su chi fossero i soggetti spiati”. È quanto ha dichiarato l’eurodeputato Pd, Sandro Ruotolo, annunciando di aver depositato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere alle autorità comunitarie di tutelare le vittime spiate e domandare se intende avviare un’indagine. Secondo Ruotolo “lo scandalo del trojan israeliano Paragon trovato nei cellulari del direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato e di esponenti della società civile italiana come Luca Casarini della ong Mediterranea Saving Humans, riguarda la Commissione europea perché in gioco c’è la violazione dei dati personali e la libertà di stampa e per questo abbiamo presentato un’interrogazione”. “Il Governo italiano – spiega l’eurodeputato – ha negato pubblicamente qualsiasi coinvolgimento dei servizi segreti italiani nell’operazione di spionaggio denunciata da Meta nei giorni scorsi. In questa spy story ci sono alcune certezze e ancora tanti interrogativi. Lo spyware inoculato su Whatsapp ha interessato nel mondo novanta tra giornalisti e attivisti, di cui sette in Italia. Lo spyware si chiama Paragon ed è messo a punto dalla società israeliana Paragon Solution che ha dichiarato di averlo fornito al governo americano e ad agenzie governative di intelligence di Paesi alleati. Nella dichiarazione con quale esclude il suo coinvolgimento nello spionaggio il Governo italiano non risponde alla domanda più importante e cioè se l’Italia abbia acquistato o meno servizi dalla Paragon Solutions. Se si, di che tipo e per fare cosa? E se non è stato il governo italiano da quale Paese straniero sono stati spiati giornalisti e attivisti e per quale ragione? Le notizie riportate oggi dal ‘The Guardian’ ci preoccupano ulteriormente perché invece confermerebbero che il governo italiano ha utilizzato lo spyware violando il contratto con l’azienda israeliana, mentendo su chi fossero i soggetti spiati. Secondo l’autorevole giornale inglese la società israeliana avrebbe addirittura chiuso il contratto con l’Italia proprio perché il nostro Paese non avrebbe rispettato i termini del contratto. Dunque, alla Commissione europea chiediamo di tutelare i cittadini europei vittime di questa spy story. Alla Commissione chiediamo, inoltre, se intende avviare un’indagine per accertare i responsabili e la portata di questa violazione e adottare misure contro gli autori di tali attacchi”.

Borghi (Iv): “Governo chiarisca subito e venga a riferire su Paragon”

 “Chi sono gli utilizzatori italiani di ‘Paragon Solutions’, il software di hacking di livello militare che sarebbe stato utilizzato per spiare 90 persone in due dozzine di paesi tra cui l’Italia? È vero, come sostiene la stampa internazionale, che la società di software che lo ha prodotto avrebbe concluso il suo rapporto con suoi clienti italiani? La situazione è sotto il controllo delle nostre autorità? Sono tutti interrogativi che come Italia Viva tradurremo in una specifica interrogazione nelle prossime ore, attivando una iniziativa parlamentare a vasto raggio in proposito. Perché la situazione sta assumendo profili poco tranquillizzanti”. Lo annuncia, in un post su Facebook, il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva e componente del Copasi.”Un software di questa natura rientra o meno nelle disponibilità dei nostri apparati? Ci sono connessioni – si chiede ancora il senatore Iv – tra queste vicende e quelle che stanno emergendo da alcune inchieste giornalistiche e giudiziari che hanno fatto affiorare alcune attività di spionaggio private a Milano e a Roma, conosciute come Equalize e Squadra Fiore? Le autorità italiane preposte hanno compiuto, o stanno compiendo, i necessari approfondimenti circa l’esistenza sul territorio nazionale di contratti per l’utilizzo di questo genere di strumento? Italia Viva chiederà al governo per il tramite del sottosegretario Mantovano di informare il Parlamento, attraverso atti di sindacato ispettivo, informative in Aula e audizioni al Copasir”, conclude Borghi. 

Ue: “Tentativi di spiare giornalisti e oppositori inaccettabili”

“La posizione della Commissione è molto chiara: qualsiasi tentativo di accedere illegalmente ai dati dei cittadini, compresi giornalisti e oppositori politici, è inaccettabile, ovviamente, se confermato”. Lo afferma il portavoce della Commissione europea, Markus Lammert, nel briefing quotidiano con la stampa. Quanto alla possibilità di indagare da parte della Commissione, “le indagini sono una questione di competenza delle autorità nazionali, non della Commissione, e la Commissione si aspetta, ovviamente, che le autorità nazionali esaminino attentamente tali accuse”, sottolinea. “Posso anche indicare la legislazione recentemente adottata che abbiamo a livello Ue. Ora abbiamo l’European Media Freedom Act, che include specifiche garanzie per i giornalisti e le loro famiglie e che entrerà in vigore più avanti quest’anno. E posso anche indicare il nostro ultimo rapporto annuale sullo stato di diritto, in cui queste questioni sono affrontate in diversi Stati membri”, aggiunge il portavoce.

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