La 18enne racconta a LaPresse gli episodi di violenza reiterata da parte dell'uomo, Pietro Quartuccio, e riferisce che lui ha "problemi mentali"

Gli episodi di violenza da parte di lui sono stati tanti, fisica e mentale, nei confronti di mia zia e non solo. Quello che ha fatto a mia zia non è il primo episodio, non è l’unico”. A parlare a LaPresse è la nipote di Cinzia d’Aries, la donna di 51 anni uccisa a Venaria, nel Torinese, dal marito Pietro Quartuccio. La giovane, 18 anni, racconta episodi di violenza reiterati nel tempo da parte dell’uomo che, dice, è seguito per problemi psichiatrici dal Centro di Salute Mentale.

“Anni fa è stato fermato dal Centro di Salute Mentale perché aveva provato ad ammazzare mia zia. A giugno aveva fatto del male a mia zia, con una forchetta le aveva fatto dei graffi in gola. Le prove di questo episodio ci sono, tanto che siamo andate oggi dai carabinieri: foto, chat, ciò che è accaduto lo abbiamo spiegato agli investigatori”. Di tanti altri episodi “non abbiamo prove” quindi “preferisco non parlarne, ma ci sono stati”, aggiunge. Ai carabinieri non risultano denunce rispetto ai coniugi di Venaria: “No, per un motivo richiesto da mia zia. Non ci sono mai state denunce perché molte volte le situazioni familiari non sono così semplici da dire ‘vado alla polizia’, mia zia in qualche modo non si è mai azzardata a scappare perché aveva paura che lui si ammazzasse o ammazzasse lei, teneva tutto per sé per non far rischiare niente a nessuno, nella sua idea”, spiega la nipote.

“Purtroppo quest’uomo a volte o non collegava o usava questa scusa per fare un po’ quello che voleva”. L’uomo “ha dei problemi mentali ma non fino al punto di non intendere e volere, per ciò che credo io. Ha le capacità. Se vai a pulire l’arma, sai di aver fatto una cosa brutta. La ha pugnalata alle spalle, sapeva che lei avrebbe potuto difendersi”.

 

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