L’annuale cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario è stata l’occasione per un momento di riflessione sull’andamento della giustizia erariale
“Oggi il Paese chiede alla Corte dei conti di assumere un nuovo ruolo e di svolgere funzioni differenti”. Lo ha dichiarato Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei conti e presidente della sezione giurisdizionale del Lazio, nella relazione pronunciata durante la Cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2025 della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti del Lazio, alla presenza di numerose autorità civili e militari e di numerosi esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni.
“Piuttosto che limitarsi a infliggere sanzioni alle amministrazioni e agli amministratori a posteriori, con richieste di risarcimenti spesso molto distanti nel tempo dagli episodi che hanno generato il danno, la Corte deve diventare un punto di riferimento. Deve avere un ruolo proattivo, di assistenza e guida preventiva, intervenendo prima che si verifichi il danno, piuttosto che agire dopo, quando ormai è stato causato e con scarse possibilità di recupero”, ha aggiunto Miele.
L’annuale cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario è stata l’occasione per un momento di riflessione sull’andamento della giustizia erariale nell’anno appena trascorso e sulle sue prospettive per l’anno giudiziario in corso. Nel corso della cerimonia, il Presidente della Sezione Tommaso Miele ha svolto la sua relazione sull’attività della Sezione nel corso del 2024 ed ha riferito sulle innovazioni legislative e giurisprudenziali più rilevanti riguardanti la giustizia contabile.
La Corte dei conti deve essere aperta al rinnovamento
“Per superare la paura legata alla firma, è necessario innovare il sistema di controllo della Corte dei conti. Ciò include il controllo preventivo di legittimità, su richiesta delle amministrazioni, per alcune specifiche tipologie di atti. Inoltre, è fondamentale rendere pienamente operativa la funzione consultiva già attribuita alla Corte dai cosiddetti ‘Legge La Loggia’ del 2003 (legge n. 131/2003), ma limitatamente a determinati atti”, ha proseguito Miele.
“La Corte dei conti deve essere aperta al rinnovamento, senza rimanere ancorata a funzioni e posizioni che non rispondono più alle esigenze di una pubblica amministrazione in fase di trasformazione. Le proposte di riforma in discussione in Parlamento, come la cosiddetta proposta di legge Foti, non solo non indeboliscono il ruolo della Corte, ma non riducono i controlli. Al contrario, vanno nella giusta direzione, facendo della Corte una istituzione al servizio della buona amministrazione, in grado di essere un motore per il rilancio del Paese e dell’economia, e non un ostacolo”.
Gli altri interventi della mattinata
Alla relazione del Presidente Miele ha fatto seguito l’intervento del Procuratore regionale Paolo Luigi Rebecchi, che ha esposto l’attività e le inchieste portate avanti dalla Procura regionale. Nel corso del suo intervento, Rebecchi ha evidenziato in particolare l’elevato numero di segnalazioni e denunce pervenute nel 2024, che segnalano una particolare attenzione all’attività requirente contabile, tradottasi in attività istruttorie che hanno riguardato, in particolare il settore dei contributi pubblici nazionali ed europei nell’ambito del quale sono state azionate anche varie fattispecie di danno relative all’illecita percezione di incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, fra le quali una recentemente conclusa con sentenza di condanna per oltre 13 milioni di euro; i casi di danno all’immagine della Pubblica amministrazione per fattispecie collegate a vicende penali; le fattispecie di “malpractice sanitaria”, di illecita gestione di contratti pubblici e di contratti di opera pubblica, le indebite erogazioni di prestazioni a sostegno del reddito, il mancato pagamento di canoni demaniali marittimi, il danno al Dipartimento della Protezione Civile per l’appropriazione di una ingente somma per la fornitura di mascherine nel periodo della pandemia da Covid-19, con una richiesta di risarcimento di danno di euro 10.080.000,00 (vicenda già conclusa in primo grado con sentenza di condanna), ed il caso di un Consorzio pubblico con gravi illegittimità di gestione e illegittimi pagamenti per oltre 10 milioni di euro (vicenda anch’essa recentemente conclusasi con sentenza di condanna).
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