Si tratta, spiega il sindacato Uilpa, di "un cittadino italiano, accusato di reati a sfondo sessuale e contro la persona"
Un detenuto si è tolto la vita questa mattina nel carcere di Cremona. Lo rende noto Uilpa Polizia penitenziaria, attraverso il suo segretario generale Gennarino De Fazio. Si tratta, spiega De Fazio, di “un detenuto italiano, accusato di reati a sfondo sessuale e contro la persona”. L’uomo si è tolto la vita impiccandosi. A nulla sono valsi i soccorsi. “Sale così a 13 la drammatica conta dei reclusi che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere un operatore. Siamo palesemente di fronte a una carneficina a cui non si pone, di fatto, alcun argine efficace e che testimonia ancor di più, qualora ce ne fosse bisogno, la drammaticità dell’emergenza penitenziaria”, dichiara De Fazio.
“Anche la casa circondariale cremonese, con 551 detenuti presenti a fronte di 382 posti disponibili – prosegue De Fazio – si caratterizza per forte sovraffollamento e, con 180 agenti quando ne servirebbero almeno 335, per pesantissima carenza di personale. A ciò si aggiungano la mancanza di un Comandante della polizia penitenziaria titolare da molti anni e la disorganizzazione complessiva che, anche da questo, ne deriva, più le altre disfunzionalità di sistema, comuni a pressoché tutte le carceri, e il quadro appare in tutta la sua tragicità. Del resto, mentre il ministro della Giustizia Carlo Nordio continua a magnificare dell’improbabile, tranne qualche rara eccezione, riconversione a scopo detentivo di caserme delle forze armate dismesse, senza peraltro tenere in debito conto che quasi mai le caserme sono lì dove servirebbero le prigioni, nelle carceri il sovraffollamento e i problemi dilagano. Sono complessivamente 16mila i detenuti oltre la capienza, mentre più di 18mila gli agenti mancanti agli organici della Polizia penitenziaria”.
Il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria ricorda che “dopo oltre due mesi dalle dimissioni di Giovanni Russo, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Corpo di polizia penitenziaria sono ancora senza un capo, e ciò al netto della meritoria opera dell’attuale facente funzioni, Lina di Domenico. Il governo prenda compiutamente atto dell’emergenza e ponga un freno alle sofferenze di detenuti e operatori, quest’ultimi ormai stremati da turnazioni massacranti, carichi di lavoro debordanti e continue aggressioni. Serve subito, non fra anni, deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici del personale, assicurare l’assistenza sanitaria e riorganizzare l’intero apparato anche avviando riforme complessive. È impensabile proseguire a lungo in queste condizioni”, conclude De Fazio.
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