L'architetto è accusato anche di depistaggio e falso in un'inchiesta della Procura meneghina sulle pratiche edilizie alterate. Sala: "Chi ha sbagliato paghi e duramente"

La guardia di finanza di Milano ha arrestato questa mattina all’alba l’ex dirigente dell’Urbanistica del Comune di Milano e vice presidente della commissione per il paesaggio, l’architetto Giovanni Oggioni, con accuse di corruzione, depistaggio e falso in un’inchiesta della Procura di Milano sulle pratiche edilizie alterate con più indagati.

I militari del Nucleo di polizia economico finanziaria hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal gip di Milano, Mattia Fiorentini, su richiesta dei pubblici ministeri Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici e l’aggiunto Tiziana Siciliano.

Le accuse

Da quanto si apprende tra le accuse mosse dalla Procura al 68enne ci sarebbero consulenze remunerate per diverse decine di migliaia di euro fatte da Oggioni a un’associazione di categoria dei costruttori e a un costruttore privato mentre era membro della commissione per il paesaggio (mandato 2021-2024) e il presunto tentativo di distruggere indizi di un proprio coinvolgimento dopo aver scoperto di essere già indagato (e rinviato a giudizio) in numerosi fascicoli aperti negli ultimi due anni sull’urbanistica e i cantieri della città.

Oggioni è coinvolto nei processi per abusi edilizi sulla Torre Milano di via Stresa e il Bosconavigli che andranno in aula rispettivamente l’11 aprile e il 26 settembre 2025 e nelle indagini sui cantieri ancora sotto sequestro ‘Scalo House’ di via Lepontina-Valtellina e ‘Residenze Lac’ di via Cancano. Sono in corso perquisizioni dei militari fiamme gialle. 

La ricostruzione

Secondo la ricostruzione dei pm Oggioni, oltre ad aver ricevuto ‘utilità’ dai costruttori privati, in una serie di pratiche edilizie avrebbe rappresentato falsamente lo stato dei luoghi per consentire il superamente delle altezze previste, l’aggiramento delle norme sui palazzi edificati all’interno di cortili, l’ampliamento delle cubature e delle superfici edificabili. L’ex super dirigente dell’urbanistica meneghina lo scorso mese di novembre avrebbe modificato le credenziali di accesso al cloud di alcuni dispositivi sottoposti a sequestro dalla guardia di finanza durante le perquisizioni ai membri della commissione per il paesaggio che hanno coinvolto anche, da non indagata, l’ex vice sindaca di Milano, Ada Lucia De Cesaris, per impedire alla polizia giudiziaria di effettuare le copie forensi. 

Chi è Oggioni

Entrato in Comune a Milano nel 1987 dove inizia a lavorare nella segreteria della commissione edilizia, per 30 anni Giovanni Oggioni ha ricoperto ruoli di vertice nei settori urbanistica ed edilizia privata di Palazzo Marino con una pausa di cinque anni nel 2012 per lavorare come manager in Esselunga occupandosi dei programmi di intervento nel nord Italia della catena della grande distribuzione e gestendo le relazioni con la pubblica amministrazione.

A fine anni Novanta ha creato l’ufficio per i concorsi internazionali di architettura del Comune, inaugurato e diretto lo Urban Center di Galleria Vittorio Emanuele ed è stato a capo del settore Pianificazione urbanistica generale. Una volta rientrato dalla pausa nel settore privato nel 2017 è diventato direttore dello Sportello unico edilizia – l’ufficio al centro delle inchieste della Procura sulle pratiche edilizie manipolate – fino alla pensione nel 2021. Attualmente è anche consigliere dell’ordine degli architetti di Milano.

L’arresto del 68enne, il primo in circa 20 indagini aperte sull’urbanistica in due anni dalla Procura, arriva nel pieno della dibattito sulla cosiddetta legge ‘Salva Milano’ ferma al Senato, la norma chiesta a gran voce dal mondo delle imprese e dal sindaco Giuseppe Sala per sterilizzare le inchieste e sbloccare l’impasse sulle pratiche urbanistiche in città. 

Indagato: “Ho scritto ‘Salva Milano’ e l’ho dato a Foti”

Gli indagati milanesi dell’urbanistica sostengono di aver scritto personalmente la legge ‘Salva Milano’ per bloccare le indagini della Procura e di averla data al primo relatore alla Camera dei Deputati e parlamentare di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, oggi ministro per gli Affari europei e il Pnrr del governo Meloni. E’ quanto emerge dalle intercettazioni riportate dal gip di Milano, Mattia Fiorentini, nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per l’ex dirigente del Comune di Milano, Giovanni Oggioni, accusato di corruzione, frode processuale e falso.

In una telefonata con un avvocato esperto di diritto urbanistico del 24 ottobre 2024 è uno degli indagati, Marco Emilio Cerri, architetto, ex membro della commissione per il paesaggio e componente della Commissione VIA-VAS per il Ponte sullo Stretto di Messina – per cui la Procura chiede un’interdittiva -, ad affermare di aver dato il testo della bozza di legge all’onorevole Foti sostenendo di averlo fatto in accordo con l’assessore alla Casa di Milano e noto avvocato amministrativista, Guido Bardelli (estraneo all’indagine).

Cerri dice di aver scritto la bozza della norma sin da febbraio 2024, poche settimane dopo che la gip Daniela Cardamone ha respinto il sequestro dei grattacieli ‘Park Tower’ di via Crescenzago 105, ma confermato integralmente l’impianto accusatorio dei pm Petruzzella-Clerici-Filippini-Siciliano, nella prima delle circa 20 inchieste sull’urbanistica che hanno colpito cantieri e progetti immobiliari della città.

Agli atti dell’inchiesta della guardia di finanza risulta anche un contatto telefonico (non trascritto) fra Cerri e l’onorevole Maurizio Lupi il 21 novembre 2024, due ore prima dell’approvazione alla Camera della nuova legge su urbanistica ed edilizia, ferma ora al Senato. L’ex ministro delle Infrastrutture viene indicato dall’indagato come il parlamentare che gli ha fornito la bozza della legge.

Per la Procura di Milano gli indagati, incluso Oggioni, cercano in più occasioni di fare “pressing” sui propri “referenti politici” per approvare la legge di interpretazione autentica per bloccare le inchieste della magistratura.

Sala: “Inchiesta urbanistica? Vivo preoccupato”

È preoccupato? “Io vivo preoccupato, al momento non ho elementi per poter esprimere giudizi”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, fuori dal liceo Parini, rispondendo a una domanda sull’arresto dell’ex dirigente dell’Urbanistica comunale, Giovanni Oggioni. “Leggo le agenzie, al momento non so nulla, non so i fatti imputati, non so se i fatti sono imputati a quando era in Comune, alla Commissione Paesaggio o quando lavorava per Ance. Non posso dire nient’altro. Appena capisco qualcosa, mi esprimerò”. 

Sala: “Chi ha sbagliato paghi e duramente”

“È chiaro che io difendo sempre l’Amministrazione, il Comune, la squadra, però se uno ha sbagliato paghi e paghi anche duramente“. Così il sindaco di Milano, Beppe Sala.

“Certo mi preoccupa però devo capire, non ho nessun elemento a oggi, vedo solo le agenzie. È chiaro che non sono mai situazioni piacevoli da gestire, cercheremo di capire”, ha ribadito il primo cittadino aggiungendo che “al momento rischierei di fare un commento non basato su nessun tipo di informazione”. “Ci rimettiamo al sistema giudiziario, a quello che la Procura sta facendo, spero di avere informazioni”, ha poi aggiunto.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata