Le dichiarazioni spontanee rilasciate dall'ex Br
“C’ero io quel giorno di 50 anni fa alla Spiotta“. E’ iniziata così oggi la dichiarazione spontanea che l’ex Br Lauro Azzolini ha rilasciato in tribunale, davanti alla Corte d’Assise di Alessandria, sul caso della cascina Spiotta del 1975, quando vennero uccisi in una sparatoria l’appuntato dei carabinieri Giovanni D’Alfonso e Mara Cagol. “In un minuto breve di 50 anni fa quando tutto precipitò, un inferno che ancora oggi mi costa un tremendo sforzo rivivere, al termine del quale sono morte due persone che non avrebbero dovuto morire” è quanto scrive Azzolini nel documento consegnato ai giudici. Azzolini ha definito Cagol “una donna eccezionale, una compagna generosa”.
“La confusione era assoluta, sapevamo che fuori ad attenderci c’erano i carabinieri […] Raccogliemmo carte e bagagli frastornati cercando di capire come da lì uscirne”. Azzolini ricostruisce l’accaduto raccontando che “tutto precipitò, sentimmo colpi di arma verso di noi, rispondemmo con qualche colpo nel caos di una frazione di secondi”, dice ancora “l’ultima immagine che ho di Mara , che non dimenticherò mai, è di lei ancora viva che si era arresa con entrambe le braccia alzate, disarmata, e urlava di non sparare”.
Azzolini racconta di aver lasciato Mara Cagol ancora viva, poi di aver appreso solo “il giorno dopo quando raggiunsi il paese” che “Mara era morta distesa su quel prato dove l’avevo lasciata viva“. “Lo sconcerto, il dolore mi ha attraversato la carne come una lama”, ha scritto nella sua dichiarazione Azzolini, “con rispetto dovuto è anche per quei due morti che non avrebbero potuto esserci che non ho più potuto tornare indietro”. “Capisco che oggi sembrerà paradossale – conclude l’ex Br – ma allora la mia coscienza di classe ha significato assumermi la responsabilità della scelta fatta”.
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