“È una sentenza che assolutamente non ci piace, perché se una persona viene assolta e dichiarata innocente si deve spiegare perché quella persona è innocente, se invece la persona viene dichiarata colpevole si deve spiegare perché è colpevole. Nel processo d’appello ci sono state ben 26 udienze più 44 testimoni, la maggior parte dell’accusa, e ci sono stati dei confronti e degli scontri molto forti tra i consulenti dell’accusa e noi del pool difensivo. Riteniamo che le nostre consulenze, così come in primo grado, siano state molto forti e abbiano demolito l’intero impianto accusatorio. Questo è accaduto anche in appello, però poi quando leggiamo la sentenza ci accorgiamo che questa sentenza è molto evanescente. È realmente una sentenza pilatesca“. Così il professor Carmelo Lavorino, consulente del pool difensivo dell’ex maresciallo Franco Mottola, imputato con il figlio e la moglie per l’omicidio di Serena Mollicone, in un incontro con la stampa a Roma. Le sue dichiarazioni fanno riferimento alla sentenza con cui martedì la Corte di Cassazione ha annullato le assoluzioni dei membri della famiglia Mottola, accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere per la morte della 18enne uccisa ad Arce nel giugno 2001 e ritrovata morta nel bosco di Fonte Cupa, in località Fontana Liri. Nei loro confronti è stato disposto un nuovo processo d’appello.
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