A fornire una fotografia del fenomeno è il report di analisi "8 Marzo - Giornata internazionale della donna"

Cala il numero degli omicidi con vittime donne. Nel 2024, infatti, le donne uccise sono state 113, e quelle che hanno trovato la morte per mano di partner o ex partner sono state 61. Di contro, però, subiscono un incremento i cosiddetti “reati sentinella” o da “codice rosso”, come gli atti persecutori e la violenza, in tutte le sue declinazioni.

A fornire una fotografia del fenomeno è il report di analisi “8 Marzo – Giornata internazionale della donna”, presentato oggi nella sede della Direzione Centrale Polizia Criminale di Roma, ed elaborato dal Servizio Analisi Criminale, attraverso gli elementi acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia. Nel 2024 gli omicidi con vittime donne sono stati 113, 99 dei quali maturati in ambito familiare/affettivo; di queste, 61 sono state le donne uccise dal compagno, o dall’ex. 

Su questo fronte, nel 2024 sono quasi raddoppiati gli ammonimenti del Questore (+94%) e più che triplicati gli allontanamenti del maltrattante dalla casa familiare (+224%). Sebbene in termini assoluti non vengano registrati valori numericamente elevati, nel 2024 i reati commessi nell’ambito della costrizione al matrimonio registrano un andamento altalenante, con un decremento, nel 2024, del 14% rispetto all’anno precedente. La vittime sono prevalentemente donne (95%) e oltre il 50% di queste è rappresentato da straniere e maggiorenni (74% nel 2023).

Altro capitolo è quello che riguarda la diffusione di contenuti sessualmente espliciti, ovvero il “revenge porn“, che nel 2024 ha registrato un aumento del 6%, a fronte di un incremento del 18% delle segnalazioni. Anche in questo caso le vittime sono in prevalenza donne (65%), e per il 90% di nazionalità italiana. Nel 2024 si è anche registrato il picco (pari a 6.587 eventi) di violenze di natura sessuale, con un incremento del 6%.

Emilia-Romagna, Trentino Alto Adige e Liguria sono le regioni con la più elevata incidenza dei reati commessi, mentre Basilicata, Calabria e Campania evidenziano i valori più bassi. “Il tema del cambiamento culturale è trainante. La colpa è dell’uomo, del senso del possesso. Di un ragionamento che va cambiato”, ha detto il prefetto Raffaele Grassi, vice direttore generale della Pubblica sicurezza direttore centrale polizia criminale.

“Bisogna mettere le donne nelle condizioni di segnalare e denunciare – ha proseguito -, i reati contro la donna sono violazioni di diritti umani. E se c’è qualcuno che può salvare qualcun altro, queste sono le forze dell’ordine”.

Per il generale dei carabinieri Antonio Basilicata, direttore del Servizio Analisi Criminali della Direzione centrale di Polizia criminale, Antonio Basilicata “non si deve pensare che l’aumento dei ‘reati spia’ sia un fatto negativo, perché probabilmente c’è una maggiore fiducia nelle istituzioni, le donne sono più pronte ad andare a denunciare, si sentono più protette e quindi l’aumento non è negativo per noi. È un fatto positivo perché soltanto quando le donne acquisiscono la piena consapevolezza che solo la denuncia è la via maestra per debellare il fenomeno, probabilmente riusciremo ad arginarlo”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata