I carabinieri indagano su una rissa scoppiata all'alba sul lungo mare: altri quattro ragazzi sono rimasti feriti

Omicidio all’alba stamattina a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Un ragazzo di 24 anni originario del Nord Africa è stato ucciso a colpi di machete, con lesioni concentrate sull’addome. Poco prima è stato ferito un altro ragazzo a Grottammare. Sono in corso le indagini da condotte dai Carabinieri del comando rivierasco. Sul posto il personale sanitario. 

Credit La Nuova Riviera

Ascoli Piceno, dietro omicidio San Benedetto una rissa con altri 4 feriti

All’origine dell’omicidio di San Benedetto del Tronto ci sarebbe una rissa su cui stanno ora indagando i carabinieri. La vittima è un ragazzo residente in Abruzzo: altri quattro ragazzi sono rimasti feriti. La lite non sarebbe nata in strada dove è stato ritrovato il corpo ma nella vicina discoteca. Infatti dopo i disordini i giovani sono stati fatti uscire dal servizio di sicurezza e proprio poco distante è avvenuto il primo e probabilmente mortale scontro, vista anche l’ampia macchia di sangue. Il 24enne quindi è riuscito a percorrere qualche metro per poi accasciarsi. Inutili i soccorsi del 118 per rianimarlo. Proseguono serrate le indagini per omicidio da parte del procuratore e dei Carabinieri rivieraschi con i colleghi del comando di Ascoli Piceno. In queste ore si stanno ascoltando i testimoni e alcune persone che potrebbero essere coinvolte.

Sindaco San Benedetto del Tronto: “Omicidio punto di non ritorno”

“Oggi la comunità sambenedettese si sveglia attonita apprendendo della morte di un ragazzo e del ferimento, in un caso anche grave, di altri giovani. Innanzitutto, esprimo la mia vicinanza alla famiglia della vittima per un dolore indicibile, le forze dell’ordine stanno lavorando senza sosta per fare chiarezza su quanto accaduto e individuare i responsabili”. Interviene così il sindaco di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) Antonio Spazzafumo.

“Credo che si sia arrivati ad un punto di non ritorno nel tortuoso percorso volto a rafforzare la presenza tangibile e diffusa di personale delle forze dell’ordine – aggiunge -. Lo chiediamo da anni, lo chiedono da anni i sindacati delle forze di Polizia, è ora di avere risposte concrete ed immediate. Quando episodi di questo genere si ripresentano con frequenza, però, quando da ogni parte di Italia giungono quasi quotidianamente notizie simili (e stavolta purtroppo è toccato a noi), ci si deve interrogare se si tratti soltanto di un problema di ordine pubblico. Non può essere solo questo, bisogna agire nel profondo di un malessere sociale di cui evidentemente le istituzioni non hanno ben compreso la portata. I Comuni anche in questo campo sono i posti di frontiera, chiamati a fronteggiare situazioni familiari e personali delicate avendo a disposizione mezzi limitati e sentendo quindi fortissima la frustrazione di non poter fare di più. Le agenzie educative, le organizzazioni di volontariato fanno tantissimo e ci affiancano nei progetti che riusciamo a mettere in campo, ma non basta, non può bastare”. Spazzafumo da mesi chiede rinforzi per il suo Comune, oggi rimarca la richiesta e conclude: “È ora di guardare con disincanto ad una realtà con la quale non ci siamo mai misurati finora e riprendere le maglie di una rete di coesione sociale che, con tutta evidenza, va rafforzata e dotata di strumenti nuovi”.

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