Il no ribadito in una circolare del Mim inviata a tutti gli istituti, il riferimento all'Accademia della Crusca

No all’asterisco e allo schwa nelle comunicazioni ufficiali delle scuole italiane. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito guidato da Giuseppe Valditara ha inviato a tutte le scuole una circolare per ribadire che nelle comunicazioni ufficiali “è imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italiana. L’uso di segni grafici non conformi, come l’asterisco e lo schwa, è in contrasto con le norme linguistiche e rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale”.

Il ministero cita l’Accademia della Crusca

“L’Accademia della Crusca – ricorda il Mim – ha, infatti, più volte evidenziato che tali pratiche non sono grammaticalmente corrette e che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi. L’uso arbitrario di questi simboli introduce elementi di ambiguità e disomogeneità, rendendo la comunicazione meno comprensibile e meno efficace.
Il Ministero invita, pertanto, tutte le istituzioni scolastiche a mantenere l’uso di un linguaggio corretto e accessibile, nel rispetto delle norme linguistiche vigenti”.

Nella circolare vengono ricordati i pareri dell’Accademia della Crusca. Sull’asterisco il parere è datato 24 settembre 2021: “pubblicato sul sito istituzionale dell’Accademia della Crusca si afferma che ‘L’asterisco non è [à] utilizzabile, a nostro parere, in testi di legge, avvisi o comunicazioni pubbliche, dove potrebbe causare sconcerto e incomprensione in molte fasce di utenti, né, tanto meno, in testi che prevedono la lettura ad alta voce’, stante in quest’ultimo caso l’impossibilità della resa fonetica”. In merito allo schewa, la circolare ricorda che “nello stesso parere si afferma che sul piano grafico il segno per rappresentarlo (la e rovesciata) non è usato come grafema neppure in lingue che, diversamente dall’italiano, hanno lo schwa all’interno del loro sistema fonologico”.

“Nel parere del 9 marzo 2023, reso al Comitato Pari opportunità del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione, l’Accademia della Crusca afferma: ‘Va dunque escluso tassativamente l’asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico (“Car* amic*, tutt*quell*che riceveranno questo messaggioà’). Lo stesso vale per lo scevà o schwaà”, ricorda ancora la circolare del Mim che cita ancora la Crusca e in particolare il parere del 10 maggio 2024, sempre con riferimento all’uso dell’asterisco e dello schwa in cui “l’Accademia afferma ‘[à] che la lingua giuridica e burocratica non sia sede adatta per sperimentazioni innovative che portano alla disomogeneità e compromettono la lineare comprensione dei testi’.

 

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