Davide Garufi è morto mercoledì scorso nella sua casa di Sesto San Giovanni

Aveva fatto coming out come donna transgender, chiedendo ai suoi follower di essere chiamata con il nome Alexandra. Davide Garufi, noto tiktoker 21enne, si è tolto la vita mercoledì scorso nella sua casa di Sesto San Giovanni, dopo gli insulti ricevuti sui social in merito alla sua transizione. Il giovane aveva affidato ai social il racconto del suo percorso alla scoperta della sua identità di genere. Dopo pochi mesi dal suo coming out come donna trans, Garufi aveva deciso di ricominciare a utilizzare il suo nome di nascita, dichiarando di identificarsi come ‘non binary’ e accettando di essere chiamato anche al maschile. “Confessioni” che avrebbero dunque portato a una lunga serie di insulti tra i commenti sotto i suoi post, che ora sono al vaglio degli inquirenti. I carabinieri hanno infatti inviato un’informativa alla Procura di Monza, che ha aperto un’inchiesta, ipotizzando dal bullismo all’istigazione al suicidio. Garufi si è ucciso con la pistola del padre, guardia giurata.

Sinistra Italiana: “Garufi vittima di bullismo transfobico”

Dolore e rabbia per la morte di Alex/Davide Garufi, vittima di bullismo transfobico. Una morte frutto della cultura tradizionale che trova sostegno nei movimenti anti-scelta e nella destra intollerante“. Commenta così Sinistra Italiana in un post su Facebook. “Sinistra Italiana si stringe attorno al dolore dei familiari, amici e follower di Davide (Alex) che ha avuto il coraggio di fare coming out come donna transgender su TikTok, chiedendo di essere chiamata Alexandra e annunciando con fierezza l’inizio della terapia ormonale”, si legge nel post. “Da quel momento, Alex (Davide) è stata vittima di violenti episodi di bullismo e transfobia, sia online che nella vita quotidiana“. “Non considero la morte di Alex (Davide) un suicidio”, dichiara Daniele Durante, delegato ai Diritti della segreteria di Sinistra Italiana Milano, “ma un omicidio che ha dei responsabili: la nostra società ‘tradizionale’ ed egoista e la cultura che esprimono i movimenti anti-scelta come Pro Vita e Family Day e la destra intollerante che nega l’esistenza di queste persone, umiliandole”. 

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