Il primo cittadino Rao: "Emergenza violenza dovuta al troppo garantismo"

“Conoscevo la famiglia. Il suocero, il cognato, e una settimana fa avevo conosciuto proprio lui. Un ragazzo, un padre, un grande lavoratore. Siamo veramente mortificati tutti. Oggi la comunità di Partinico subisce l’ennesima mortificazione”. A dirlo a LaPresse è il sindaco di Partinico, Pietro Rao, il giorno dopo la morte di Gioacchino Vaccaro, 45enne picchiato a morte a seguito di una lite stradale nel paese in provincia di Palermo. Per l’omicidio dell’uomo, che al momento dell’aggressione era in macchina con la moglie e il figlio 17enne, sono stati fermati i due fratelli Leonardo e Antonio Failla, di 43 e 30 anni. “E’ un momento drammatico per la comunità – ha detto Rao -. Non è la prima volta che piangiamo un figlio per futili motivi. L’anno scorso abbiamo perso un ragazzo a 20 anni e oggi ne perdiamo uno di 45. Per quale grave motivo? Per un rimprovero? Non penso proprio che sia sufficiente”. Il sindaco ha quindi annunciato che il Comune di Partinico si costituirà parte civile.

“Emergenza violenza dovuta al troppo garantismo”

Io credo che abbiamo la necessità di dare una risposta, e lo Stato ci deve aiutare a dare una risposta massiccia per testimoniare la propria presenza, anche se credo non sia sufficiente. Qui c’è un processo educativo che va rivisto e soprattutto c’è la politica che deve dare risposte. C’è troppo garantismo. Ognuno pensa di potere fare quello che vuole. E così non è. Io credo che il disagio parta dalla famiglia. Poi si trasferisce alla scuola, dove questi ragazzi sono diventati intoccabili e guai a rimproverarli in maniera dura che c’è subito la replica del genitore. I tempi sono cambiati e non credo che la situazione sia cambiata rispetto al passato”, prosegue il sindaco di Partinico, Pietro Rao. “E’ un’emergenza generale – ha detto Rao -. Magari qua è più esasperata, ma capite che il problema non si ferma e non si può risolvere solo con l’azione repressiva. Qua c’è un problema culturale, sociale da rivedere. Un modello che non funziona. Troppo egoismo porta i genitori a liquidare il problema con qualche 100 euro in più ai ragazzi che possono fare quello che vogliono e ci siamo risparmiati la parte più difficile del genitore che è quella del saper dire di no e di educarli in un certo modo. Soprattutto siamo stati limitati nel far capire e far passare il messaggio che la vita è unica e che va rispettata e che il confine tra la vita e la morte è un confine molto labile”.

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