Dopo il caso di Saluzzo, nuovo ritrovamento di micro telefoni dietro le sbarre
Nuovo ritrovamento di smartphone nelle carceri. Questa mattina durante un controllo di routine nel carcere di Ivrea, il personale del locale NTP (Nucleo Traduzione e Piantonanti) ha rinvenuto due involucri sospetti nei pressi della postazione della sentinella 4. Lo denuncia il sindacato della penitenziaria Osapp. All’interno sono stati scoperti due micro telefoni perfettamente funzionanti, verosimilmente lanciati dall’esterno dell’istituto ma non andati a segno.
“E non si tratta di un caso isolato” spiega l’Osapp in una nota. “Nella giornata di giovedì 10 aprile 2025, presso la Casa di Reclusione di Saluzzo, dove sono ristretti detenuti appartenenti al circuito di Alta Sicurezza — in particolare riconducibili alla mafia, alla ’ndrangheta e alla camorra — sono stati rinvenuti ben dieci smartphone nel corso di un’attività di controllo interna, a conferma della gravità e della diffusione del fenomeno”.
“Le carceri italiane sono allo sfascio più completo: non solo piazze di spaccio, ma ormai veri e propri call center illegali dove entra di tutto, dai microcellulari alla droga. Il personale, ridotto all’osso, è lasciato solo a fronteggiare un’emergenza senza fine.” È quanto dichiara il Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), Leo Beneduci, commentando l’ennesimo episodio avvenuto nella giornata odierna presso la Casa Circondariale di Ivrea. “L’Osapp torna a chiedere interventi immediati e concreti da parte del Governo, sollecitando la proclamazione dello stato di emergenza nazionale per il sistema penitenziario italiano, ormai giunto a livelli di degrado e insicurezza intollerabili”.
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