Non è facile fare comicità in un momento in cui – ogni volta che apriamo un giornale o accendiamo la televisione – la cronaca ci sbatte in faccia una realtà tragica, insensata e terribile. Eppure, ieri sera, Fiorello è riuscito nell'impresa. E chi se non lui, forse l'unico vero attuale showman italiano, capace di incantare e far ridere persone di tutte le età e di tutte le latitudini, con le sue battute sempre garbate, i suoi aneddoti, i suoi ricordi, le sue imitazioni? Il comico catanese ha tenuto a battesimo – con grande orgoglio – la Forte Arena, la nuovissima struttura adiacente al Forte Village, 5mila posti all'aperto che ospiteranno, nel corso dell'estate, anche i concerti di Anastacia, Renzo Arbore e Andrea Bocelli. Lo spettacolo è 'Forte Fortissimo', pensato e scritto apposta da Fiorello per il Forte Village, il prestigioso resort diretto da Lorenzo Giannuzzi, con il quale il popolare showman è amico da diversi anni. Insieme a lui, in platea, anche Luca Dini, direttore di 'Vanity Fair', Lorenzo Insigne, calciatore della nazionale e l'attrice e showgirl Paola Cortellesi, oltre a Susanna e Angelica, rispettivamente moglie e figlia dello showman.
Il segreto di Fiorello non è riuscire semplicemente a far divertire il pubblico, ma divertirsi insieme a esso: come quando fa battere le mani a turno alla platea e si compiace con i musicisti per la coreografia dicendo 'Non sono carini?', o quando prende bonariamente in giro una coppia che tardava a sedersi e con voce profonda esclama: 'Stanno arrivando anche i principi di Torlonia', oppure, ancora, quando improvvisa una rivalità tra il sud della Sardegna e il ricco nord, la famosa Costa Smeralda, che vuole denigrare il Forte Village chiamandolo 'l'ostello'. Ride, Fiorello, ridono anche i musicisti, il pubblico esplode.
Ma tra una battuta e l'altra, Fiorello dice la verità: è proprio il Sud, la parte più verace dell'isola, che lui ama "tanto, dove ho comprato anche una casa. Questa è la Sardegna che conta per me". In t-shirt con papillon stampato e giacca bianca, Fiorello esordisce mettendo subito le cose in chiaro: "Io sono solo un collaudatore – dice, poco prima di tagliare sul palco, insieme all'amico Giannuzzi, il nastro tricolore dell'inaugurazione – e voi siete i primi, dobbiamo fare delle prove, di applausi, di microfono, persino dei bagni", cercando tra il pubblico dei volontari per collaudarli.
I momenti di comicità lasciano grandi spazi anche alla musica: tantissime le canzoni, italiane e internazionali, che Fiorello ha in repertorio per la serata: da 'Sofia' di Alvaro Soler, hit dell'estate 2016, con cui esordisce, a 'Hey Jude', prima di intonare un medley di canzoni che "piacciono moltissimo anche ai russi, però sono davvero belle anche per noi", come 'Sarà perché ti amo', 'Su di noi', l'immancabile 'Felicità', 'Mamma Mia' degli Abba, 'Un'estate al mare'.
Tra una battuta e l'altra, tra una canzone e l'altra, non smette di chiamare in causa Giannuzzi "ma quanto ti stai divertendo?", gli dice quando lo vede ridere, la moglie Susanna "che mi ha detto: quando canti i pezzi di Sinatra ti amo un po' di più", l'amatissima figlia Angelica, a cui dedica la canzone 'Finalmente tu', che aveva cantato a Sanremo nel 1995, e il pubblico applaude commosso. Alle 23.20, dopo due ore piene di spettacolo, prima di congedarsi dal pubblico, Fiorello prende ancora in mano il microfono, un'ultima volta, ma il suo intento non è più quello di far ridere: "Quello che sta succedendo in questi giorni ci sta imponendo, come minimo, una piccola riflessione – ha dichiarato – il fatto che voi siete qui questa sera e condividete insieme a me, insieme a noi, che la vita debba continuare e che ci siano anche momenti di svago come questi in un periodo non proprio felice". Fiorello continua dicendo di aver lasciato questa riflessione "alla fine dello spettacolo, di modo da rivolgere un pensiero a chi, in questo momento, sta soffrendo davvero". Non riesce nemmeno a finire di parlare che dal pubblico parte un applauso, e non è mai stato così forte e sincero. Chiude con un pezzo di Lucio Dalla "un cantautore che parlava di futuro, di un mondo migliore, il futuro suo è il nostro presente e ancora le cose purtroppo non sono migliorate – dice – siamo noi che ora pensiamo a un futuro migliore di quello che stiamo vivendo". Partono le prime note di 'Futura'. Nessuno distoglie gli occhi, alcuni si commuovono. E in un attimo il sogno di Lucio Dalla sembra ancora possibile.