Un’Unione Europea che “non riconosco più” per la sua indifferenza sul tema dei migranti, proposte “inumane” da parte del governo italiano, “solo parole, parole e pochi fatti” sul tema da parte dell’Europa. Non usa mezzi termini lo scrittore greco Petros Markaris, 86 anni, intervistato da LaPresse. “L’Europa non fa altro che parlare, parlare, e non fa nulla“, dice lo scrittore. “Da un lato si deve trovare un modo per affrontare la crisi climatica. Non si sta facendo praticamente nulla, è tutto un promettere cose. Dall’altro lato si deve trovare una soluzione sulla redistribuzione dei migranti. Sono problemi molto critici e l’Europa non sta facendo nulla, parla solo”, insiste Markaris. Se l’Europa è il suo principale obiettivo polemico, “perché non si può demandare il problema solo a Grecia e Italia”, anche le ultime decisioni del nostro governo però lo lasciano attonito. “È totalmente inumano quanto proposto per i migranti. Chiedere a persone che lasciano il loro paese di pagare 5mila euro per evitare di essere trattenuti, cosa posso dire…? Non so nemmeno cosa dire, è inumano” spiega ancora lo scrittore. “Non capisco gli europei e l’Europa, non li riconosco più”, aggiunge. “Io lo vedo cosa fa il governo italiano – dice – ma sono anche molto furioso con il totale disinteresse degli europei”. Il tema è tornato centrale, a suo parere, anche “per quanto accaduto in Libia” (l’alluvione), ma non si può far finta di nulla e non ricordare che “anche la Grecia è stata colpita da diversi problemi e ci sono tanti sfollati, è una situazione difficile”.
Se si prova a insistere nel chiedergli quali sono le possibili soluzioni, però, dichiara: “Non è mio compito o problema trovare una soluzione. È un problema dei politici, è per questo che vengono eletti”, dice. “Ma posso dire che non possiamo fermare i migranti. Questo è il punto. Non possiamo fermarli quindi dobbiamo trovare una soluzione, un modo per uscirne e affrontare il problema” aggiunge Markaris. La risposta è simile anche quando gli si chiede della situazione in Nagorno-Karabakh: Markaris è nato a Istanbul, ha origini armene e ha avuto la cittadinanza greca solo nel 1974. “Non sono un politico, non trovo soluzioni ai conflitti internazionali”, taglia corto.
Il tema migranti potrebbe anche finire al centro del suo prossimo libro: “È possibile”, dice a LaPresse, “posso dire che sicuramente è uno dei temi che mi interessano di più ma non posso aggiungere altro, per ora” dice. Cosa direbbe il commissario Kostas Charitos della situazione che si è creata ai confini dell’Europa? “Questa cosa mi sta torturando i pensieri, per il mio prossimo romanzo non ho ancora deciso la storia in modo definitivo ma sicuramente questo è uno dei temi” aggiunge Markaris. In Italia è uscito da poco il suo ultimo libro, ‘La rivolta delle cariatidi’, per La Nave di Teseo. E’ l’ennesimo capitolo della saga del commissario Charitos, che solleva diversi temi d’attualità: tra questi, la violenza contro le donne e l’uso (e l’abuso) dell’intelligenza artificiale. “Il problema della violenza contro le donne non è solo legato alla forza e alla brutalità dei fatti di cronaca ma anche alla frequenza di questi episodi. Accade qualcosa ogni giorno, è sconvolgente”, spiega. E sull’AI aggiunge: “Nel libro si parla anche di quanto l’intelligenza artificiale possa fare male a una cultura. Si inizia già a imitare l’antica Grecia con l’intelligenza artificiale, per esempio, ci vuole attenzione” aggiunge.
Mentre lui lavora al suo prossimo romanzo, in Italia uscirà una serie Tv ispirata proprio al suo commissario: “Credo che uscirà a marzo 2024” spiega Markaris. I suoi libri, e anche la serie tv, sono stati spesso paragonati a quelli di Andrea Camilleri e del suo commissario Montalbano. “Ne sono molto felice, sono stato un caro amico di Camilleri quindi il paragone mi rende felice e onorato”, conclude.