Lo scrittore traccia per LaPresse un 'bilancio di fine anno': "Mi auguro lo stop dei conflitti", dice, e racconta il suo docufilm in uscita sulla montagna

Guerra e ambiente. Sono queste, per lo scrittore Paolo Cognetti, le ‘parole chiave’ che ci portiamo dietro tra il 2023 e il 2024: l’autore de ‘Le otto montagne’ e ‘Giù nella valle’, l’ultima sua uscita per Einaudi, traccia per LaPresse un ‘bilancio di fine anno’. “Spero che nel 2024 saremo più saggi, perché indietro non si torna”, dice a proposito del tema del cambiamento climatico. “Dobbiamo pensare a come affrontare quello che già sta accadendo: significa decidere di proteggere quel poco di territorio ancora integro, significa che dobbiamo cambiare sistema di produzione di energia e prepararci seriamente al cambiamento – dice ancora Cognetti – Come farlo? Beh, immaginando come vivremo con l’acqua alta e in un Paese per metà desertificato, perché questo accadrà. Immaginandoci le migrazioni climatiche, e immaginandoci come convivere con tutto questo”.

Il 2023 “per me è stato il secondo anno di guerra in Europa, tra la Russia e l’Occidente, e il primo tra Israele e Palestina. Quindi la mia più grande speranza per il 2024 è che finiscano entrambe“, aggiunge poi Cognetti. Come può agire il mondo della cultura per far sì che finiscano? “Prima di tutto occorre operare la pace ogni giorno – dice ancora Cognetti – La pace si fa tra di noi, con le persone vicine, quelle con cui viviamo ogni giorno. Io sono buddhista, credo che il cambiamento parta dal cambiare noi stessi: se non parti da te, non ci sarà mai un vero cambiamento”.

Da buddhista, spiega, a Natale non festeggia, e non si ferma mai: “Io scrivo tutti i giorni, tutti, non ho periodi di inattività particolare” dice ancora. E poi racconta il suo nuovo progetto: “Nei mesi scorsi ho realizzato questo documentario, film, girato in montagna sul tema proprio del tempo che passa sulle nostre montagne, sulle cose che cambiano, sulle persone vecchie e nuove che popolano la montagna. È stato girato tutto sul Monte Rosa, tra maggio e ottobre 2023, tra i 1500 e i 4000 metri” racconta. “Dovrebbe uscire nel 2024, anzi esce nel 2024 direi” aggiunge. Nel nuovo docufilm ci saranno immagini “dai boschi ai ghiacciai, ci sarà tanta acqua ma anche tanta neve. È proprio un racconto della montagna che cambia“, conclude Cognetti. Quella montagna per lui tanto amata, e messa in pericolo proprio dal cambiamento climatico.

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