Vince l'immagine di un bambino palestinese rimasto gravemente mutilato a Gaza
Una fotografia silenziosa, ma capace di urlare al mondo l’orrore della guerra. L’immagine scattata dalla fotografa palestinese Samar Abu Elouf per The New York Times è stata premiata come Photo of the Year 2025 da World Press Photo. Il soggetto è Mahmoud Ajjour, un bambino gravemente ferito mentre cercava di fuggire da un attacco israeliano a Gaza.
La Photo of the Year 2025 di World Press Photo
Lo scatto coglie un momento drammatico ma profondamente umano: Mahmoud, che oggi vive a Doha nello stesso complesso residenziale di Samar, ha perso un braccio e ha subito gravi danni a marzo 2024, dopo essersi voltato per incitare la famiglia a correre via durante un bombardamento. L’esplosione gli ha strappato l’infanzia, ma non la voglia di vivere. Oggi, grazie alle cure ricevute in Qatar, sta imparando a scrivere, giocare e persino ad aprire le porte usando i piedi. Il suo sogno è semplice e commovente: avere delle protesi e tornare a vivere come un bambino qualunque.
La fotografa evacuata da Gaza
Samar Abu Elouf, evacuata da Gaza nel dicembre 2023, ha scelto di raccontare queste storie da vicino, con rispetto e lucidità, documentando le vite dei pochi bambini palestinesi gravemente feriti che, come Mahmoud, sono riusciti a uscire dalla Striscia per ricevere cure mediche. “Questa è una foto silenziosa che parla con forza”, ha detto Joumana El Zein Khoury, direttrice esecutiva di World Press Photo. “Racconta la storia di un singolo bambino, ma anche di una guerra più ampia, le cui conseguenze si estenderanno per generazioni”. Secondo le Nazioni Unite, alla fine del 2024 Gaza aveva il più alto numero pro capite di bambini amputati al mondo.
Le altre immagini in finale
Accanto a questa fotografia, la giuria di World Press Photo ha selezionato due immagini finaliste che raccontano altre emergenze umanitarie, in due angoli diversi del mondo.
“Night Crossing”, di John Moore (Stati Uniti, Getty Images), immortala alcuni migranti cinesi che si riparano sotto la pioggia battente subito dopo aver attraversato il confine tra Stati Uniti e Messico. La scena, intima e sospesa, restituisce la complessità umana e sociale della migrazione, spesso ridotta a slogan e numeri nella retorica politica americana.
“Droughts in the Amazon”, del fotografo Musuk Nolte (Perù/Messico, Panos Pictures, Bertha Foundation), racconta un’altra urgenza globale: un ragazzo cammina per due chilometri lungo il letto asciutto di un fiume amazzonico per portare cibo alla madre. Il villaggio di Manacapuru, un tempo raggiungibile via acqua, oggi è isolato a causa della siccità. Lo scarto visivo tra l’aridità quasi desertica e la più grande foresta pluviale del mondo rende visibile l’impatto devastante del cambiamento climatico.
La mostra itinerante in 60 città del mondo
Le storie premiate saranno presentate a milioni di persone nell’ambito della mostra itinerante annuale di World Press Photo, che farà tappa in oltre 60 città in tutto il mondo. Molti altri milioni di persone le vedranno online.
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